Londra (Uk) – Crisi dei consumi senza freni nel Regno Unito. Dopo il calo delle vendite al dettaglio di ottobre, pari a -36%, anche novembre si rivela un mese difficile, con un calo dell’11%. A rendere noti i dati è la Confindustria britannica (Cbi). Secondo le stime, si prevede un ulteriore decremento in dicembre. “Le vendite al dettaglio”, dichiara Martin Sartorius, capo economista della Cbi, “sono rimaste in territorio negativo per gran parte del 2023, conseguenza della difficile situazione finanziaria delle famiglie britanniche. Le imprese del settore non si attendono una ripresa a breve e, data la congiuntura economica debole, non sorprende che stiano ridimensionando gli investimenti“. Aggiunge Helen Dickinson, chief executive Brc: “La combinazione di aumenti delle tasse, oneri amministrativi legati a Brexit e il maggiore aumento mai registrato del salario minimo molto probabilmente congelerà i progressi fatti finora nel ridurre l’inflazione, soprattutto dei prezzi dei generi alimentari, e potrebbe perfino invertirli”. Un anno fa l’inflazione aveva raggiunto l’11,1%, mentre ora si attesta al 4,6% e si prevede scenda ulteriormente. Ma i rivenditori potrebbero tentare di aumentare i prezzi proprio per contenere i costi e recuperare le mancate vendite di questi mesi: a quel punto si innescherebbe un circolo vizioso con l’inflazione che tenderebbe nuovamente a salire.
