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Il regolamento europeo sulla deforestazione rischia di mettere in difficoltà i mercati di caffè e cacao

2023-11-29T11:10:25+02:0029 Novembre 2023 - 10:58|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Bruxelles (Belgio) – Il regolamento europeo sulla deforestazione, in vigore da giugno, prevede che, dal 2025, i prodotti agricoli che entreranno sul territorio comunitario dovranno dichiarare di provenire da aree non colpite da pratiche di distruzione e degrado forestale. Secondo l’International Trade Centre (agenzia collegata all’Onu e al Wto) e l’Intercontinental Exchange (borsa per lo scambio di futures sulle materie prime), però, a risentire di questa normativa potrebbero essere soprattutto le filiere del cacao e del caffè.

A preoccupare le due istituzioni, si legge su Il Sole 24 Ore, il fatto che la maggior parte dell’approvvigionamento europeo dei due alimenti provenga proprio da Paesi considerati ad alto rischio quando si parla di deforestazione. Il primo produttore di caffè al mondo, ad esempio, è il Brasile. Che, come si legge sul quotidiano, solo da poco ha rallentato lo sfruttamento selvaggio del territorio. Per quanto riguarda il cacao, invece, tre quarti della produzione mondiale deriva da Costa d’Avorio e Ghana. Secondo uno studio pubblicato su Natrue, dal 2000 ad oggi per coltivare l’alimento la Costa d’Avorio avrebbe sacrificato 360mila ettari di foreste. Mentre il Ghana 26mila ettari.

Non è però finita qui. Come spiega il quotidiano, infatti, a complicare ulteriormente lo scenario anche il fatto che, una volta importati, gli alimenti rimangono a lungo nei magazzini. Con l’approvazione del regolamento, quindi, cacao e caffè prodotti e immagazzinati in Ue durante il periodo di transizione – e cioè entro la fine del 2024 – potrebbero essere considerati non conformi. “Se la fornitura arriva sul mercato nel periodo di transizione va bene, ma se viene trattenuta e poi rilasciata dopo la fine del periodo di transizione forse no”, sottolinea Pamela Coke-Hamilton, executive director dell’International Trade Centre. “Quindi i prodotti di qualificazione incerta o saranno esportati altrove o saranno semplicemente distrutti”.

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