Washington (Usa) – È durata tre ore l‘udienza della Corte Suprema americana sui dazi globali del presidente Donald Trump. Al vaglio della magistratura federale il ricorso, da parte della Casa Bianca, di una legislazione di emergenza degli anni Settanta per imporre tariffe a decine di paesi partner. Secondo quanto si legge sul Sole 24 Ore, erano presenti in aula, oltre ai legali della Casa Bianca, il Segretario al Tesoro Scott Bessent e quello al Commercio Howard Lutnick. Sono state loro rivolte numerose domande scettiche da una maggioranza dei giudici, compresi alcuni esponenti conservatori, sulla validità della base giuridica.
Secondo quanto si legge sul quotidiano, la giudice Amy Coney Barrett è parsa preoccupata per tariffe cosiddette reciproche che ha definito indiscriminate. E ha domandato: “È la vostra tesi che tutti i paesi devono essere colpiti da tariffe a causa di minacce alla base industriale e della difesa? Spiegatemi perché in così tanti devono essere soggetti a politiche di dazi reciproci”. Almeno due giudici conservatori, inoltre, si sono dimostrati incerti sull’interpretazione dei poteri d’emergenza sulla base di cui Trump ha imposto dazi globali e unilaterali.
Comunque, si legge ancora sul Sole 24 Ore che, prima dell’udienza, Trump ha definito il caso “letteralmente una questione di vita o morte per il nostro paese” e che, senza il ricorso ai poteri d’emergenza, gli Usa sarebbero “indifesi contro nazioni che si sono approfittate di noi”.
I tempi del caso non sono ancora chiari: la Corte potrebbe arrivare a una decisione entro settimane oppure prendere mesi.