Vegetali surgelati: consumi nel retail in crescita del +1,9% nel 2024. I dati IIAS

2025-11-12T09:35:54+01:0012 Novembre 2025 - 09:35|Categorie: Surgelati|Tag: , , , , , |

Milano – Nell’ultimo anno il consumo di vegetali surgelati è cresciuto del +1,9% rispetto al 2023. Con oltre 300mila tonnellate consumate nel canale retail. Un dato destinato a crescere, come confermano le rilevazioni effettuate sui primi nove mesi del 2025 nel solo canale retail che registrano un aumento dei consumi a volume di oltre il +0,4% rispetto all’analogo periodo del 2024. Questa la fotografia scattata dal Rapporto Annuale IIAS 2024.

Anche se, come evidenzia lo studio, il consumo quotidiano di frutta e verdura è crollato in 30 anni passando da circa il 94% della popolazione del ‘94 al 78,2% nel 2024. Giorgio Donegani, presidente IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati), evidenzia: “In questo senso i vegetali surgelati rappresentano un grande alleato e permettono di mantenere viva la tradizione italiana dei contorni, fatta di piatti semplici, gustosi e genuini. Inoltre, i prodotti frozen, permettono di garantire varietà, equilibrio e qualità nutrizionale in ogni stagione, anche quando la disponibilità del fresco risulta più difficile”.

Ma i vegetali surgelati sono alleati anche del portafogli. L’indagine condotta da AstraRicerche per IIAS, che ha valutato per la prima volta l’effettivo “value for money” dei frozen food rispetto agli analoghi freschi, ha calcolato il “costo totale” e reale di alcuni prodotti, considerando il prezzo di acquisto, ma anche il tempo risparmiato e la quantità di alimento non sprecata durante la preparazione. Ad esempio, stando alle rilevazioni, i fagiolini surgelati costerebbero meno degli analoghi freschi: “per acquistare 450gr di fagiolini in versione frozen, il costo è in media di 2,11 euro vs. i 2,44 euro dei freschi, che arriva a 2,64 euro tenendo conto del valore dello spreco alimentare (che il surgelato non genera). Se poi si aggiunge il fattore tempo, dato dal fatto che i fagiolini freschi vanno puliti, e il costo energetico, il divario si amplia ulteriormente: il fresco arriva a costare il 53% in più del surgelato”.

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