La 57esima edizione della rassegna vinicola veronese non delude le aspettative di pubblico ed espositori. Surclassando in diversi frangenti i competitor europei. Ma permangono alcune criticità. Il nostro pagellone della fiera.
A fronte di un ProWein che perde consensi e di un Wine Paris che invece ne guadagna, ma fatica ancora a gestire l’aumento di pubblico ed espositori, Vinitaly si conferma – con grande soddisfazione della sua community – la fiera di riferimento in Europa per il vino italiano. Un giudizio che forse non mette d’accordo proprio tutti, ma sicuramente esprime il pensiero di quelli che, nel corso dell’edizione 2025 (Verona, 6-9 aprile), hanno avuto gli stand affollati dalla mattina alla sera. Di seguito il parere delle aziende – circa un centinaio – che abbiamo incontrato a Verona.
L’EVENTO
La piazza del vino italiano si conferma tale anche nel 2025, con circa 4mila aziende espositrici distribuite in 18 padiglioni. Il lunedì, come da tradizione, è stato il giorno clou dell’evento, con i visitatori che hanno affollato il complesso fieristico dalle prime ore del mattino. Bene anche il martedì e la domenica, giorno in cui si è forse registrata un’affluenza un po’ più scarsa rispetto al passato, complice probabilmente il prezzo dei biglietti al pubblico, che è lievitato ancora, toccando i 125 euro.
Voto: 8
I VISITATORI
A detta degli espositori, in fiera c’erano proprio tutti: i buyer delle grandi catene della Gdo (avvistato in formazione completa il team Esselunga), gli importatori e distributori stranieri. Personalmente abbiamo ‘avvistato’ pochi asiatici tra i corridoi e il dato ci è stato confermato anche da qualche espositore e in seguito dai dati diffusi a fine manifestazione: +5% gli Stati Uniti, +5% la Germania, +30% il Regno Unito, +30% la Francia, +20% il Belgio e l’Olanda, mentre si registra una flessione del 20% di operatori dalla Cina. Nel complesso, l’incidenza degli operatori esteri sale al 33% del totale (+7%), che quest’anno tocca le 97mila presenze complessive. Presenti in fiera per la prima volta anche due commissari europei: Christophe Hansen (Agricoltura e Sviluppo rurale) e Olivér Várhelyi (Salute).
Voto: 8
I COSTI
Non ha subito ritocchi il prezzo al metro quadro degli stand, ma il tema costi resta cruciale per gli espositori almeno per quanto riguarda i biglietti. 44 euro circa il costo che dovevano sostenere per invitare in fiera un operatore, che poteva così accreditarsi ‘a spese’ della cantina. Se tuttavia l’operatore in questione si accreditava ma non passava ai tornelli, il costo del biglietto veniva comunque accreditato all’espositore. E per alcuni la perdita economica non è stata indifferente. Una formula che magari si può ripensare?
Voto: 5
LA PULIZIA E I PAVIMENTI
La pulizia resta un tasto dolente per Vinitaly. Ancor più evidente nei giorni di maggiore affluenza, leggi il lunedì. Purtroppo, da metà giornata in poi il livello di pulizia delle aree comuni ha lasciato a desiderare. Forse occorre investire in un numero maggiore di operatori che facciano una manutenzione costante, perché si tratta di un disservizio per gli espositori e di un brutto biglietto da visita per i visitatori. Un altro punto dolente sono le pavimentazioni. Laddove mancano tappeti o moquette, l’effetto visivo è davvero brutto. Nonché un dispiacere per le aziende che tanto investono per avere stand belli e accoglienti. Secondo alcuni, il costo della pavimentazione ricade sulle regioni, secondo altri non sempre è così. Il dato però resta: nei padiglioni 4 e 5 (Veneto), ma anche nel 9 (Toscana) o nel 10 (Piemonte) – per fare alcuni esempi eclatanti – il pavimento era un vero pugno negli occhi.
Voto: 4
GLI ALLESTIMENTI
Una nota di merito va all’Emilia Romagna per la bellezza del nuovo allestimento: un colpo d’occhio notevole per chi entrava nel padiglione 1. Un’altra bella sorpresa è stato il rinnovato allestimento del Friuli, davvero d’impatto.
Voto: 9
LA VIABILITÀ
Dici Vinitaly, pensi alle code. E purtroppo anche quest’anno è stato così, per lo meno il lunedì, quando a fine manifestazione noi stessi siamo rimasti imbottigliati in una fila oceanica di un ora e mezza. E questo nonostante un forte dispiegamento di forze dell’ordine che indirizzavano le auto in sensi unici creati ad hoc per smaltire il traffico. Purtroppo non è bastato.
Voto: SV