Etichette benessere animale: Legambiente e Ciwf chiedono maggiore chiarezza

2019-01-15T11:44:17+02:0015 Gennaio 2019 - 14:00|Categorie: Carni, Latte|Tag: |

Roma – Compassion in World Farming (Ciwf) e Legambiente lanciano una petizione ai ministri del Mipaaft, Gian Marco Centinaio, e del ministero della Salute, Giulia Grillo, per avviare al più presto la definizione di un’etichettatura volontaria che specifichi il metodo di allevamento e che permetta ai consumatori di fare un acquisto consapevole. Le due associazioni, in particolare, esprimono profonda preoccupazione per la diffusione di etichette riportanti il claim ‘benessere animale’, a loro parere ‘fuorviante’ perché non fornisce indicazioni specifiche. “Sapere se un animale è stato allevato in gabbia, in capannoni al chiuso o all’aperto è invece fondamentale, anche per capire il reale potenziale di benessere in cui è stato allevato un animale”, si legge sul sito di Legambiente. Che fa poi riferimento a un caso preciso: “L’etichetta ‘benessere animale in allevamento’ per carne bovina e latte e latticini di vacca è molto diffusa oggi nei supermercati. Si tratta di un’etichetta che fa riferimento a un protocollo realizzato dal CreNBA (Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale). Il protocollo viene applicato sia alle vacche allevate alla posta (cioè tenute legate per tutta la loro vita) che a quelle a stabulazione libera (cioè libere di muoversi, ma sempre e solo in stalla). L’etichetta che appare sui prodotti, però, recita indistintamente ‘benessere animale in allevamento’. Un esempio eclatante, che purtroppo proviene da un ente governativo, in cui un’etichetta può diventare fuorviante, non dando nessuna informazione sul metodo d’allevamento.

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