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Ue: free from sotto attacco. Tra fake news e voti fantasma

2023-06-22T14:53:53+02:009 Marzo 2018 - 15:30|Categorie: Mercato|Tag: , |

È guerra ai ‘senza’ sull’etichetta dei prodotti. Campo di battaglia: il parlamento europeo a Bruxelles. Dove oggi si scontrano due scuole di pensiero. Da una parte chi domanda, “a tutela dei consumatori onde evitare pubblicità ingannevoli o suggestive”, di vietare alle aziende di segnalare ingredienti non presenti all’interno di un prodotto, fatta salva la clausola che il claim non sia correlato a malattie congenite. Sul fronte opposto, chi chiede di non penalizzare la trasparenza delle informazioni sugli alimenti. In mezzo ai due fuochi: i consumatori, che rischiano di ritrovarsi disorientati, e le aziende, che vedono prospettarsi all’orizzonte l’ennesima costosa spesa per rinnovare i packaging delle referenze.

Ma come nasce questa vicenda? Da un emendamento presentato dai deputati Fulvio Martusciello e Alberto Cirio (entrambi di Forza Italia) alla seduta del 21 febbraio scorso della commissione per gli Affari economici e monetari del parlamento europeo, approvato con 28 voti a favore, 22 contro e 5 astenuti. “L’emendamento impone alle aziende alimentari di comunicare in pubblicità o in etichetta esclusivamente sostanze e ingredienti presenti nell’alimento, vietando di conseguenza d’indicare l’assenza d’ingredienti e sostanze non presenti, a meno che la loro segnalazione non sia correlata a malattie congenite”, sottolinea Paola Cane, direttrice dell’Osservatorio VeganOk. “Se l’iter parlamentare dovesse arrivare a termine, la Commissione dovrebbe vietare l’uso di una serie piuttosto ampia di claim relativi all’assenza di ingredienti sgraditi ai consumatori quali ‘senza conservanti’, ‘senza coloranti’, ‘senza olio di palma’, ‘senza grassi idrogenati’, ‘senza Ogm’ e così via”.

Subito è scoppiato il caso. E la mente va alla querelle sull’olio di palma. UnionAlimentare, unione nazionale della piccola e media industria alimentare, non ci sta: “Un tale approccio rischia di vietare d’informare chiaramente i consumatori”. E si citano esempi concreti: un tiramisù senza caffè, una maionese senza uova, una lasagna senza carne, e così via. E in gioco c’è un mercato, quello dei prodotti free from, in crescita. E che a volume di vendite è pari a 6,5 miliardi di euro (dati Osservatorio Immagino, GS1, 2018).

Ma negli ultimi giorni il caso si è tinto di giallo. Tra il 6 e il 7 marzo, alcuni siti specializzati italiani ed esteri hanno scritto che il parlamento europeo avrebbe respinto la proposta. Si tratta di Food Navigator, cliccatissimo sito internazionale con quartier generale in Uk, e delle testate italiane Il fatto alimentare e Il Salvagente, ovvero due siti da sempre attivi sul fronte della sicurezza alimentare. In un precedente commento, il fatto alimentare scriveva che le diciture ‘senza Ogm’ e ‘senza olio di palma’, “evidentemente disturbano il business delle grandi lobby nel cui interesse questi rappresentanti dei cittadini italiani hanno agito”.

Tutto è possibile, per carità. Ma quello che non è possibile è votare un provvedimento che non è all’ordine del giorno, come invece hanno scritto i tre siti di cui sopra. Sì, avete capito bene: non c’è stata nessuna votazione e, di conseguenza, nessuna bocciatura. Nell’ultima seduta plenaria del parlamento europeo (28 febbraio-1 marzo), infatti, la questione non era all’ordine del giorno. Neanche in quella precedente e nemmeno nella prossima, prevista dal 12 al 15 marzo. Forse la votazione arriverà il 16 aprile, come ci hanno confermato fonti ufficiali da Bruxelles. Fonti che, evidentemente, altri si sono guardati bene dall’interpellare. Non solo. Davanti alla chiusura dell’articolo sulla presunta bocciatura pubblicato dal fatto alimentare, si rimane a dir poco di stucco: “Dispiace avere letto su molte testate cartacee e on line titoli e articoli dove la proposta dei due deputati veniva presentata come se fosse una decisione plenaria, creando una certa confusione”. Giusto. E allora, per ovviare a tutta questa confusione, hanno pensato di seminare fake news a piene mani. La classica toppa che è peggio del buco…

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