Roma – Da inizio anno, le procedure d’infrazione a carico dell’Italia salgono a 65. Sono infatti quattro, nello specifico, quelle avviate nelle ultime settimane da Bruxelles. Delle contestazioni in corsi attualmente 48 sono per violazione del diritto dell’Unione e 17 per mancato recepimento di direttive, come riporta il sito del dipartimento per gli Affari europei.
Alla già citata violazione del diritto nel recepire la Direttiva sulla plastica monouso (2019/904) nelle scorse settimane, si aggiunge ora la procedura aperta per il mancato recepimento del regolamento 2022/868 sulla governance europea dei dati. Il terzo procedimento è in merito alla tassazione a carico di veicoli per l’uso di alcune infrastrutture. Sotto esame anche la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. L’ambiente, con 19 casi, è il settori dove più alta è l’incidenza delle infrazioni.
In tutti questi quattro casi, l’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere, colmando le lacune evidenziate dalla Commissione. Che, in caso di mancata risposta, potrebbe decidere di intensificare l’iter legale, inviando un parere motivato.