Zurigo (Svizzera) – Nestlé Waters è di nuovo nel mirino della giustizia. La società detentrice dei marchi Vittel, Contrex e Hépar, già indagata per frode, ha ammesso di aver utilizzato in Francia sistemi di disinfezione vietati per preservare la “sicurezza alimentare” delle sue acque prelevate dai Vosgi (leggi qui) e in Svizzera, per il marchio Henniez. In quest’ultimo caso, secondo la multinazionale, gli interventi non autorizzati nello stabilimento del canton Vaud avrebbero avuto il medesimo scopo e sarebbero stati interrotti nel 2022.
Ma come riporta il sito web TicinOnline, ora si apre una seconda indagine, separata e parallela, questa volta per presunte trivellazioni non autorizzate. Stando a quanto riportato da un articolo della testata francese Mediapart e confermato all’Afp da Fréderic Nahon, della procura di Épinal (Francia), Nestlé Waters avrebbe eseguito trivellazioni “per estrarre l’acqua e venderla illegalmente, senza autorizzazione, tra il 1992 e il 2019”, per un totale, potenzialmente, di più di 19 miliardi di litri d’acqua. Sarebbero nove, secondo il rapporto degli agenti dell’Ufficio francese per la biodiversità presentato come parte dell’indagine, le trivellazioni effettuate senza autorizzazione. Cinque, nello specifico, per l’acqua Contrex e Vittel, prelevata dai Vosgi, e quattro per le terme e l’irrigazione.
“Le due indagini, separate, sono ancora in corso”, ha dichiarato Nahon.