Londra (Uk) – “Reset”: sarebbe questo il termine adottato dal primo ministro britannico Keir Starmer in riferimento al rapporto che lega Unione Europea e Uk. L’obiettivo sarebbe una revisione dell’accordo sulla Brexit, il che “non significa assolutamente rientrare nel mercato unico o nell’unione doganale dell’Unione Europea”, ha sottolineato più volte durante la campagna elettorale il pm britannico stesso.
Ma i dati parlano chiaro: stando a uno studio dell’Office of Budget Responsability (Obr), nel giro di dieci anni sono stati stimati danni al 4% del Pil. E infatti, come ricorda Repubblica A&F, il traffico tra i due blocchi è ancora più che chiave: il 42% dell’export britannico, nel 2023, è finito in Ue (356 mld di sterline), mentre l’import dall’Ue ammonta al 52%.
Ora il piano di Starmer prevedrebbe l’ammorbidimento di barriere, costi e balzelli doganali soprattutto nei controlli fitosanitari e altri beni, sottolinea A&F. In tal senso, spicca l’incontro tra il primo ministro Uk e il presidente del Consiglio europeo António a Downing Street di giovedì scorso 12 dicembre, volto a cercare di rafforzare i legami in un momento di crescente instabilità globale, tra cui spiccano le minacce dei dazi del neoeletto presidente Usa Trump.