Report su Farinetti (5). La buccia di Fico

2024-12-30T11:27:02+02:0030 Dicembre 2024 - 11:27|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , , , , |

Bologna – La puntata di Report è tornata sulla vicenda di Fico (Fabbrica italiana contadina), l’investimento da 180 milioni di euro che si reggeva sulla previsione di 6 milioni di visitatori all’anno. Nell’area del Caab, Centro agroalimentare di Bologna, pari a 100mila metri quadri, viene concentrata la produzione, trasformazione e vendita dei cibi, in una sorta di prosecuzione di Expo destinata a diventare una Disneyland del food, collocata in periferia del capoluogo felsineo. Le aziende che producono agricoltura in modo sostenibile provano a investire nella nuova avventura, ma in diversi decidono di ritirarsi dopo pochi mesi, quando vedono che gli animali sono collocati al di fuori del loro habitat naturale.

I primi anni era in sostanziale pareggio, si barcamenava”, spiega il consulente economico della trasmissione. “Negli ultimi quattro anni ha perso una ventina di milioni. Adesso il patrimonio netto è negativo di 11 milioni”. Fiaccato anche dal Covid, Fico non si è più ripreso dopo la pandemia. Gli spazi sono rimasti desolatamente vuoti, e a poco è servita l’idea di far pagare un biglietto d’ingresso. “Il primo anno e mezzo è andata esattamente come immaginavo”, spiega Farinetti. “Tantissime persone, quasi 40 milioni di fatturato, non abbiamo neanche perso. E poi è cominciato a scendere. Il grande errore che è stato commesso è non inventarsi cose per far venire voglia di ritornare. E poi è arrivato il Covid”. Ma già il 2019 si era chiuso con un milione e mezzo di visitatori, e perdite per tre milioni di euro. E dire che l’azienda pubblica di Trasporti dell’Emilia-Romagna aveva realizzato apposta la linea F, una navetta dalla stazione di Bologna a Fico, un investimento da 4 milioni di euro, di cui 3 a carico della Regione, per 8 Ficobus da 18 metri. Costo del biglietto, 5 euro. Ma in media salivano 6 persone, in un mezzo che poteva contenerne 150.

Torniamo al conto economico iniziale: dei 180 milioni di euro d’investimento, quasi 60 sono legati alla valorizzazione del Caab, partecipato per l’80% dal Comune. “Il Comune non ha fatto altro che mettere un capannone, che era semivuoto, con mille problemi, che creava enormi problemi al Caab”, protesta Farinetti. Il Caab sarebbe stato infatti fortemente indebitato, e grazie alla supervalutazione dell’area avrebbe dato una sistemata al bilancio. Grazie anche all’investimento di Coop Alleanza, che avrebbe messo sul piatto 15 milioni di euro. Il sindaco attuale di Bologna, Matteo Lepore, era assessore all’Economia e alla Promozione della Città. Caab avrebbe conferito l’area, forte della nuova valutazione, nel Fondo Parchi Agroalimentari Italiani. Resta una domanda: quanto valevano effettivamente quei 100mila metri quadri?

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