Il Business Unit Director dell’ente fieristico risponde sulle problematiche emerse quest’anno: la viabilità, i servizi, l’organizzazione per settori, la presenza di aziende con una quota marginale di Mdd. E apre all’ipotesi di aggiungere una giornata. Ma solo se “una parte consistente dei buyer delle insegne saranno presenti sui loro stand anche durante il terzo giorno”.
Di Angelo Frigerio
Marca, l’evento fieristico che si è svolto a Bologna il 15 e 16 gennaio con un’anticipazione il 14, costituisce un appuntamento imprescindibile per il mercato alimentare e non. Strategica l’alleanza con Adm (Associazione distribuzione moderna), la collocazione temporale e la formula snella. Ci sono state però alcune criticità che espositori e visitatori hanno fatto emergere. Ne parliamo con Domenico Lunghi, BU Director di Bologna Fiere.
Marca, nei fatti, non è più solo la fiera della marca privata ma è diventato un evento che consente alle aziende di incontrare i buyer delle catene a prescindere dalla Mdd. È un bene o un male?
Marca, in due giorni, è stata visitata da 23mila operatori professionali (+15% sull’edizione 2024) per cui credo che quanto affermi sia vero, dal momento che i buyer specializzati che abbiamo schedato per la sola marca privata, in tutta l’Europa occidentale, sono circa 20mila. Una delle ragioni principali di quanto accade è che a Marca le aziende presentano moltissime innovazioni, non solo di prodotto finito, ma anche di packaging e materiali, come ben evidenziato dagli espositori del padiglione 36 di Marca Tech. Dalle nostre rilevazioni emerge che in fiera sono presenti anche i category manager delle insegne ed altri operatori qualificati che non operano esclusivamente nel settore della private label e che vengono a visitare la fiera per capire come si sta muovendo il mercato italiano nel suo complesso. La presenza in fiera dei ‘non specialisti’, in generale, piace a tutte le aziende espositrici, sia a quelle che cercano di affermarsi nel settore della private label ma soprattutto a quelle che vogliono anche promuovere le valenze dei loro prodotti a marchio industriale.
Il prossimo anno ci saranno gli stessi problemi di viabilità, soprattutto nella zona Michelino?
Non sono la persona competente per rispondere a questa domanda, ma è lecito pensare che l’anno prossimo il disturbo arrecato alla fiera sarà minore. I lavori di sistemazione e rifacimento delle strade in zona fiera, con il posizionamento delle rotaie e delle stazioni della nuova tramvia ‘rossa’ che collegherà direttamente la nostra fiera al centro della città sembrano infatti procedere molto celermente e a fine del 2024 è già stata ultimata una parte rilevante del cantiere. Quando questa linea tramviaria sarà a regime rappresenterà un grandissimo servizio per tutte le fiere che si terranno nel nostro quartiere, Marca inclusa.
Mario Gasbarrino ha introdotto su Linkedin la questione dell’allungamento a tre giorni della fiera: cosa ne pensa?
È un tema che potremmo certamente riprendere in esame. Due edizioni fa ci siamo posti il problema, per cui abbiamo chiesto direttamente alle 24 insegne del nostro Comitato di Marca (che, non dimentichiamo, sono anche loro espositori) cosa ne pensassero dell’estensione della durata della fiera a tre giorni. All’epoca le insegne ci risposero che loro non potevano permettersi di lasciare centinaia di loro operatori in fiera per più di due giorni (come avviene oggi in Italia solo per Marca). È per questa ragione che abbiamo anticipato al giorno prima, estraendoli dalla ‘due giorni’, gli incontri con i buyer internazionali, ai quali gli altri espositori – i fornitori/partner delle insegne – hanno risposto molto positivamente. Per noi sarebbe semplicissimo estendere la durata dell’evento da due a tre giorni: ma, per non creare aspettative che andrebbero deluse, prenderemo questa decisione solo quando saremo sicuri che una parte consistente dei buyer delle insegne saranno presenti sui loro stand anche durante il terzo giorno della fiera.
La mezza giornata dedicata agli incontri con i buyer stranieri, che ha anticipato l’apertura della fiera, ha riscontrato un buon successo fra gli espositori. La ripeterete?
Sicuramente sì. Gli espositori vengono a Marca principalmente per incontrare i buyer italiani della private label (e questi – inclusi i buyer dei discount – sono presenti davvero tutti, senza eccezioni). Quest’anno i fornitori hanno avuto la possibilità di fare, in aggiunta, oltre 9mila incontri anche con i 320 buyer esteri presenti. L’anno prossimo non solo riproporremo questa opportunità (eliminando alcuni errori organizzativi che abbiamo commesso quest’anno) ma credo anche che avremo molti buyer in più da proporre. Meno del 20% dei buyer presenti quest’anno è stato reclutato ed ospitato da Ice: l’80% è venuto in fiera, su nostro invito, in virtù della promozione che abbiamo fatto e che andremo ad intensificare e, lo sottolineo, a proprie spese: per cui stiamo parlando di operatori molto interessati a fare business con le aziende espositrici, come dimostrano i 30 incontri effettuati in media a testa da ogni buyer.
Molti espositori si sono lamentati dei servizi. Sono previste delle ristrutturazioni in fiera, soprattutto dei bagni?
Abbiamo avviato un’attività di customer satisfaction post fiera su tutti i servizi, proprio per capire come e cosa migliorare: sono certo che tutti i problemi emersi verranno risolti.
Buyer ed espositori chiedono se è possibile organizzare la fiera per settori merceologici, per evitare dispersioni di tempo. Cosa ne pensa? Questo, tra l’altro, potrebbe risolvere il problema dei padiglioni ‘problematici’ come il 16 e 36.
È vero, le due grandi fiere generaliste internazionali sono in effetti organizzate per padiglioni omogenei dal punto di vista settoriale, proprio per agevolare il lavoro dei category manager. Noi facciamo fatica ad imporre il posizionamento in un padiglione o nell’altro agli espositori, solo in base al criterio della appartenenza merceologica, perchè Marca è nata, fin dalla prima edizione, con le insegne presenti fisicamente con un loro stand all’interno del layout espositivo di manifestazione. Ed è un fatto che gli espositori che, via via, hanno aderito al progetto, hanno anche chiesto di essere posizionati vicino alla insegna che per loro è più significativa. Ma ci stiamo pensando, in passato anche le aziende di Marca Tech, quelle di Marca Fresh e quelle del non food erano tutte sparpagliate all’interno del layout in modo indifferenziato a fianco di quelle del food e solo da poco siamo riusciti a raggrupparle in aree omogenee, chiaramente identificate, dove realizziamo anche tutta la convegnistica di settore, proprio per evidenziare la loro esistenza e promuoverle, richiamando in fiera i buyer di loro interesse.
Ripeterete l’esperimento del padiglione dedicato alle aziende cinesi?
Non lo so, c’erano in effetti molti visitatori in meno nel loro padiglione, anche se diversi espositori cinesi ci hanno già detto che vogliono assolutamente partecipare a Marca anche l’anno prossimo. Tutto dipenderà dal layout di manifestazione che, ad oggi, non è stato ancora deciso.