Modena – È andata in scena dal 23 al 25 marzo negli spazi di ModenaFiere, la nona edizione di iMeat, la fiera internazionale delle carni (leggi qui). All’evento, i professionisti di macellerie, ristorazione e gastronomie si sono confrontati con produttori, trasformatori e aziende specializzate in tecnologie. La tre giorni ha visto la partecipazione di più di 200 espositori e oltre 9mila visitatori professionali – provenienti da tutta Italia e dall’estero – che, oltre a lavorare tra gli stand, hanno potuto assistere e partecipare a eventi, show cooking, gare e corsi di formazione professionale.
iMeat è una fiera che nasce nel 2013 per rispondere alle esigenze del settore delle carni e, in particolare, delle macellerie. Da allora a oggi, è cresciuta e ha ampliato il suo bacino di interesse. “Ne è derivata una comunità vivace e attiva”, sottolinea Luca Codato, patron di iMeat, “frutto della sinergia che si è creata tra i professionisti di settori solo apparentemente distanti che hanno imparato a collaborare e crescere per aprire gli orizzonti a nuove strategie di mercato”. Il fil rouge della carne abbraccia dunque diverse realtà. Lo dimostrano le varie categorie di player presenti nei padiglioni fieristici. Nel padiglione A, i contenuti di carattere tecnologico e tecnico si sono alternati a quelli di consumo: macchinari, impianti di refrigerazione, forni, macchine e tecnologie per la produzione di salumi, apparecchiature di pesatura, ma anche strumenti di uso quotidiano come coltelli, abbigliamento, contenitori, ingredienti e soluzioni innovative per la macelleria moderna. Il padiglione B ha accolto tecnologie, attrezzature, tendenze, metodi di cottura grill professionale. Il padiglione C, infine, era dedicato alle specialità gastronomiche italiane, dove gourmet e professionisti hanno potuto conoscere i migliori prodotti sul mercato in grado di arricchire l’assortimento delle loro attività.
