Washington (Usa) – Negli Stati Uniti le aziende sono tenute a dichiarare solo la presenza di nove principali allergeni, tra cui il grano, ma non il glutine in sé. Al contrario, paesi come Australia e Nuova Zelanda impongono l’indicazione obbligatoria in etichetta.
L’amministrazione Trump sta ora valutando se rendere obbligatoria la segnalazione della presenza di glutine sulle confezioni alimentari, nell’ambito della strategia ‘Make America Healthy Again’, presentata alla Casa Bianca. La Fda (Food and drug administration) ha annunciato che formulerà raccomandazioni sull’indicazione degli ingredienti che possono influire su particolari condizioni di salute, come il glutine per i celiaci, insieme ad altri allergeni già riconosciuti.
La proposta rappresenta una delle poche misure regolatorie contenute nel rapporto, lungo 20 pagine, che punta soprattutto su azioni volontarie, ricerca e campagne di educazione dei consumatori. Tra i temi affrontati figurano gli alimenti ultraprocessati, i coloranti artificiali e i limiti alla pubblicità di cibi non salutari destinati ai bambini (leggi qui).
Il documento presenta 128 strategie, molte delle quali riprendono obiettivi già annunciati dalla Fda, come la definizione di ‘cibi ultraprocessati’. Tuttavia, l’ipotesi di introdurre nuove etichettature potrebbe obbligare le aziende a ridisegnare le confezioni con costi significativi e aprire la strada a ulteriori richieste di trasparenza sugli ingredienti.
Secondo Peter Lurie, presidente del Center for Science in the Public Interest, il rapporto porterà “un sospiro di sollievo nelle sale riunioni dell’industria alimentare”, poiché privilegia la deregolamentazione governativa e l’autoregolamentazione delle imprese rispetto a vincoli stringenti.