Milano – Quasi tre anni dopo l’inizio del ‘pandoro-gate’, due associazioni di consumatori (Adicu e Casa del consumatore) e una 76enne di Avellino, che aveva acquistato una decina di pandoro della linea incriminata, hanno chiesto di costituirsi parti civili nel processo per truffa aggravata che vede come protagonista Chiara Ferragni. Come riporta il Corriere della Sera, tra gli imputati, oltre all’influencer, il suo braccio destro Fabio Maria D’Amato e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia (Dolci Preziosi). È stata invece archiviata la posizione di Alessandra Balocco, rappresentante dell’azienda dolciaria Balocco, scomparsa di recente a causa di una grave malattia.
La vicenda riguarda la beneficenza legata alle campagne pubblicitarie del 2021 e del 2022 che non sarebbe stata fatta. Secondo la Procura, gli annunci pubblicitari e i post sui social di Ferragni lasciavano intendere che il consumatore, con l’acquisto di un pandoro Balocco o delle uova Dolci Preziosi, avrebbe contribuito a fare beneficenza rispettivamente all’ospedale di Torino e all’associazione Bambini delle fate. Le due aziende avevano invece versato contributi fissi, pari a 50mila e 21mila euro.
Come riporta il Corriere della Sera, gli imputati potranno chiedere il patteggiamento o il rito abbreviato; potranno anche essere rinviati a giudizio o prosciolti. L’ultima udienza si terrà il 14 gennaio.