Milano – Il mercato del salame nella distribuzione moderna italiana, secondo i dati Circana relativi al libero servizio e all’anno terminante ad agosto 2025, ha registrato un andamento contrastante: i volumi venduti hanno raggiunto 16,5 milioni di kg, in lieve flessione dello 0,6%, mentre il giro d’affari è rimasto sostanzialmente stabile, superando i 300 milioni di euro (+0,2%).
Tra le principali tipologie, il Salame Milano si conferma leader con 6,4 milioni di kg e oltre 101 milioni di euro di vendite (+0,2% a valore). Positiva anche la performance degli ‘Altri salami’, che totalizzano 111,8 milioni di euro (+0,7%), mentre il Salame Ungherese arretra (-3,3%). In controtendenza il Salame Napoli (+2,6%), il Felino (+5,9%) e le Salsicce e Salamelle (+9,7%). Brilla il Salame Varzi con un +24,8%, mentre la Soppressata perde quasi un quinto delle vendite (-19,8%).
Dal punto di vista territoriale, il mercato è trainato dal Sud, che concentra oltre il 32% dei volumi e il 28% del valore, seguito dal Nord-Ovest (31,3% del giro d’affari) e dal Centro-Sardegna (22,7%). Il Nord-Est pesa per il 18% del valore complessivo.
Quanto ai canali, i supermercati restano il principale sbocco, con 5,7 milioni di kg e una quota del 44% a valore. Seguono i discount (41,5%) e gli ipermercati, che si fermano al 6,4%.
I primi tre produttori sono Citterio, Golfera e Negroni, che valgono il 15,9% del mercato. La Private label ha una quota consistente, pari al 60,8%.
Nel complesso, il comparto mostra una tenuta solida: consumatori più selettivi riducono i volumi, ma continuano a privilegiare qualità, tradizione e tipicità.