Gruppo VéGé chiede all’industria di lavorare sugli assortimenti superflui. Il Dc Gamboni bacchetta i fornitori

2025-11-21T12:02:20+01:0021 Novembre 2025 - 12:45|Categorie: Aperture del venerdì, Il Graffio, in evidenza, Retail|Tag: , , , |

I risultati più recenti e l’obiettivo di raggiungere i 20 miliardi di fatturato nel 2027. In futuro lotta alla shrinkflation, trattative tra Idm e centrale (non con gli associati) e molto altro. Gli highlights della convention in scena ieri a Milano.

Di Luigi Rubinelli

Le convention annuali servono per fare il punto della situazione. Ecco come chiuderà il Gruppo VéGé, guidato dal presidente Giovanni Arena e dal Ceo Giorgio Santambrogio:

  • ha chiuso il 2024 con un fatturato al consumo di 15,3 miliardi di euro, registrando un +10,3% rispetto al 2023
  • secondo le previsioni per il 2025, il fatturato dovrebbe arrivare a 16 miliardi (+5,8%). I vertici del gruppo hanno ricordato che l’obiettivo del 2027 è 20 miliardi di euro.

 

I desiderata del presidente e le risposte dell’Idm

E poi ci sono i desiderata, visto che nelle convention serie ci sono i responsabili di importanti gruppi dell’Industria di marca, Idm:

Dice Giovanni Arena, Presidente del Gruppo VéGé: “Chiediamo che l’Idm prenda in seria considerazione la Mdd, la marca del distributore, magari producendone una parte come fanno moltissimi co-packer perché in futuro il mercato si dividerà fra un 50% di referenze premium e un 50% di entry level. Dobbiamo superare l’attuale modello di contrattualistica e puntare a una solida collaborazione fra Gdo e Idm con accordi che vanno dalla logistica alle rotture di stock che stanno creando problemi ad entrambi. Ma chiediamo anche una razionalizzazione degli assortimenti: non possiamo operare più attraverso 10mila referenze, molte delle quali non ruotano come altre. La collaborazione che auspichiamo dovrebbe proprio operare una riduzione degli assortimenti superflui. Uno dei problemi dei costi che poi lavorano sui prezzi al consumo è la lontananza a volte estrema fra gli stabilimenti di produzione e le reti di distribuzione. Bisognerebbe allora che l’industria capisse che ci vuole più delocalizzazione per accorciare le filiere”.

Risponde Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato di Nestlè: “Non siamo ostili alle Mdd, le marche del distributore, come non lo siamo verso la sostenibilità, il 2% dei nostri costi oggi sono proprio dovuti alla sostenibilità. [Però non risponde sul produrre le Mdd, ndr]

Il Covid ci ha aperto gli occhi anche sui rapporti con i nostri clienti e ci ha costretto a ragionare sui costi, sugli assortimenti e sulle dispersioni che avvengono nelle filiere lavorando a volte in modo negativo sulla interdipendenza dei diversi attori del sistema. Da qui abbiamo capito che ci vuole una mutua collaborazione. Le tecnologie come l’AI ci possono aiutare a razionalizzare le produzioni, gli assortimenti, i lanci dei prodotti e le rese promozionali. Tutto questo può avvenire senza scossoni, con piccoli passi. Voglio ricordare a tutti che Nestlè nel 2026 lavorerà per far crescere i volumi [applausi]”.

Giovanni Pomella, amministratore delegato di Lactalis, sottolinea: “Il 30% della nostra produzione è già oggi per le Mdd delle varie insegne clienti”.

 

I desiderata commerciali del Gruppo VéGé

Edoardo Gamboni, direttore commerciale di VéGé, ha svolto un intervento ruvido e diretto verso i fornitori in sala. Ecco qualche risultanza:

  • Per il 2026 confermiamo di privilegiare derive nell’area differita del fuori fattura, ma con possibili de-contribuzioni al netto di nuove prestazioni. Rilanciamo il divieto di accettazione di prestazioni aggiuntive con liquidazione differita specie se a fronte di listini fast listing con un minimo di assortimento condiviso.
  • L’inflazione e i suoi effetti si devono discutere con la centrale nazionale e non con i nostri associati perché questo non deve diventare l’anello debole della relazione in mano all’Idm.
  • Suggeriamo l’inserimento di un valore dell’ordine minimo.
  • Rimane valido il contributo ‘franco sponda’ (vedere sotto il significato) con definizione di un extra contributo per numero di pedane a terra verso il numero di pedane viaggianti, con una revisione del contributo, laddove già presente, pari almeno al 10%.
  • In occasione delle negoziazioni prenderemo informazioni sulla eventuale dichiarazione di due diligence del nuovo Regolamento di deforestazione Eudr.
  • E parlando di shelf life vorremmo che il fornitore, oltre alla firma per accettazione, ci invii il listino completo e una scheda con le caratteristiche del prodotto, partendo dai suoi ingredienti. Nei freschissimi, vogliamo ottenere un accordo data e la revisione delle unità per imballo (es: burro, mozzarella, ecc.).
  • È auspicabile che si arrivi a listini digitali, in linea con il template del Gruppo VéGé. Listini che abbiano almeno 60 giorni di pre-avviso, senza applicazioni dal 1° gennaio e/o post fasi particolari, come la Pasqua, il Ferragosto, il Natale.
  • Alle fine di ogni accettazione di un nuovo listino, scatta una ulteriore negoziazione sul contratto per i livelli PPN e/o VDS.
  • Ribadiamo il nostro rifiuto alle varie manovre che promuovono la shrinkflation, riduzione del peso a parità di prezzo di vendita, soprattutto dopo che l’Unione europea ha messo in mora l’Italia su questi argomenti e quando il fornitore non ha comunicato alla Centrale VéGé quanto fatto.
  • Preferiamo liquidazioni mensili del venduto, massimo bimestrali, comunque in reciprocità a termini di pagamento esistenti (30 gg=liquidazione differita mensile, 60 gg=liquidazione differita bimestrale come massimo).
  • Rifiutiamo tassativamente nuove condizioni/termini di pagamento che al di là della riduzione possono essere anche compensate. Sia chiaro: prima non si accettano, poi eventualmente si negoziano (30 gg=0,50%).
  • È necessario favorire il miglioramento di sconti per i servizi di centralizzazione svolti. Favoriamo, innanzitutto, il miglioramento degli sconti previsti per l’impegno di un carico maggiore, l’autotreno.

 

L’importanza del ‘franco sponda’

  • Franco sponda: bisogna puntare a una miglioria del 10% verso l’attuale contributo.
  • Ricordiamo che ‘franco sponda’ indica che il venditore si occupa della consegna della merce fino al bordo del mezzo di trasporto (camion o altro), rendendola disponibile per il compratore. Il venditore si assume i costi e le responsabilità fino a quel punto, e l’acquirente è responsabile per le spese e i rischi successivi, come il carico sul mezzo.
  • In cosa consiste: l’obbligo del venditore finisce nel momento in cui la merce viene messa a disposizione sul pianale del camion, con i suoi tre lati liberi per lo scarico.
  • Cosa non è incluso: le operazioni di carico sul mezzo, il trasporto principale e le eventuali spese di spedizione sono a carico dell’acquirente.
  • Obblighi dell’acquirente: l’acquirente deve farsi carico di tutte le attività successive alla consegna, inclusi il trasporto e le eventuali spese accessorie.
  • Responsabilità: questa modalità di consegna permette di chiarire chi è responsabile delle spese e dei rischi in caso di mancato ritiro.
  • Dove è fruibile è necessario prevedere condizioni per il ritiro franco partenza. Il contratto prevedrà il nome di un responsabile e i suoi riferimenti in caso di contatto.
  • Ricordiamoci poi che una nuova legge regolamenta l’interscambio dei pallet.
  • Noi siamo per riorganizzare la filiera a proposito degli out of stock, per i disagi, i danni di mancate consegne che producono vendite perse sia per noi sia per tutti i fornitori coinvolti.

 

“I dati di NielsenIQ ci confermano che il futuro non è imprevedibile, anche se le aziende fingono di non vederlo per non cambiare”.

Nel 2026 il Gruppo VéGé aprirà:

  • 4 ipermercati,
  • 22 supermercati,
  • 3 cash and carry,
  • 23 superette,
  • 13 drugstore
  • e opererà 60 ristrutturazioni di punti di vendita

 

Il parere di Alimentando

Le convention servono per:

  • parlare ai fornitori,
  • parlare ai collaboratori.

Il presidente Giovanni Arena si è occupato di un sogno, ma ha l’età, 47 anni, per permetterselo, anche pensando al 2040.

Il Ceo Giorgio Santambrogio ha dovuto fare da collante fra i soci e i collaboratori di centrale e i fornitori, lo ha fatto invocando un po’ di magia, in parte riuscita.

Il Direttore commerciale Edoardo Gamboni ha fatto il lavoro sporco e ha parlato chiaro ai fornitori che hanno mostrato sia sorpresa sia mugugni di contrarietà.

Tutto chiaro, no?

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