Roma – Nel corso della presentazione del rapporto Ismea, un approfondimento è stato dedicato ai nuovi dazi americani, che per l’agroalimentare europeo pesano per il 12,9%, contro il 10% di Uk e Canada, il 12,4% del Giappone, il 15% del Messico, il 23,8% della Svizzera, il 30% della Cina, il 48,5% dell’India e il 49,4% del Brasile. Se compariamo l’incidenza con altri settori della produzione economica, vediamo che solo alcune manifatture particolari hanno dazi maggiori. Tutti gli altri comparti al momento vedono applicati dazi che vanno dal 6 al 9%. Anche all’interno della produzione agroalimentare le differenze sono notevoli. Come ha sottolineato Sergio Marchi, direttore generale di Ismea, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, polpe e pelati di pomodoro sono poco o per nulla colpiti dai nuovi dazi. Vini spumanti, alcuni prodotti di pasticceria, preparati per salse sono mediamente colpiti (differenziale intorno al 10%). Pienamente colpiti tutti gli altri, con un differenziale del 15% o poco meno: prosciutti stagionati, paste alimentari, caffè, olio Evo e altri. “L’accordo del 27 luglio”, ha ricordato Marchi”, prevede infatti che il dazio del 15% non vada a cumularsi con i dazi esistenti prima del 2 aprile. Il pregresso si azzera e viene sostituito dalla tariffa”. Esiste tuttora la speranza che l’elenco di prodotti ai quali è stato accordato un trattamento di favore in termini di esenzione o riduzioni possa essere ancora allargato.
Rapporto Ismea / 2. Dazi agroalimentari, prosciutti stagionati, pasta, vini e olio Evo tra i più colpiti
federico2025-12-03T16:47:37+01:003 Dicembre 2025 - 16:47|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: dazi usa, ismea|
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