Per l’edizione 2026, in scena a Milano dall’11 al 14 maggio, è prevista una crescita esponenziale dei visitatori rispetto allo scorso anno. L’80% degli espositori ha già confermato la presenza, di cui il 30% dall’estero. Il ruolo dell’Agenzia Ice per l’incoming dei buyer. La nuova piattaforma matching bilaterale. E le sinergie con Cibus e Anuga nei prossimi anni. Fra le novità: il settore TuttoBio by Natexpo. Parla Riccardo Caravita, food and beverage global brand manager dell’evento.
Quali sono i numeri attesi per Tuttofood 2026?
A sei mesi dall’evento, registriamo conferme dall’80% degli espositori e ci attendiamo 100mila visitatori, in crescita rispetto ai 95mila della scorsa edizione. La superficie netta sarà di 90mila mq, in crescita del 15%, e gli espositori saranno distribuiti su 10 padiglioni suddivisi per categoria merceologica, in un layout più compatto per facilitare le visite degli operatori. A dimostrazione della forte crescita internazionale, sono già arrivate le prime conferme da 34 Paesi, tra cui Spagna, Turchia, Polonia, Grecia e Francia. Tuttofood 2025 ha registrato il 20% di espositori esteri, nel 2026 puntiamo al 30% per arrivare al 2030 con il 50%.
Quali sono gli obiettivi per il prossimo futuro?
L’obiettivo è trasformare Tuttofood in un evento globale e in un osservatorio mondiale dei consumi, anche del fuori casa. Teniamo conto che nelle ultime tre edizioni la fiera è cresciuta di circa il 60%, sia in qualità sia in quantità di visitatori ed espositori. È un nuovo format che ha caratteristiche uniche, con un Dna in continua evoluzione, proprio come Anuga. In questa crescita è importante notare il contributo del know how di Cibus applicato a un contesto dinamico e attrattivo come Milano: una città che incarna perfettamente i concetti di innovazione e connessione.
Qual è il valore aggiunto della partecipazione a una fiera, per un’azienda?
Analizzando i dati dell’export si può intuire: negli ultimi 15 anni l’Italia è cresciuta a doppia cifra nel commercio internazionale. Nel food&beverage ha raggiunto le performance di Francia e Germania, che sembravano irraggiungibili fino a qualche anno fa. Quest’anno l’export dovrebbe arrivare a quasi 70 miliardi di euro: siamo il nono paese al mondo in valore ma dipendiamo per oltre il 50% da solo cinque Paesi. E se gli Usa segnano -1%, la Russia -8%, il Giappone -13%, le fiere danno l’opportunità di focalizzarsi sui paesi emergenti: +18% con la Polonia, +11% con la Romania, +14% con la Spagna. E poi c’è il trend molto positivo di Messico e tutto il Sud America. Per questo, a Tuttofood cerchiamo di portare gli operatori che presentano nuove opportunità di business per le aziende: grande attenzione al Sud America, dove stanno nascendo catene che hanno volumi interessanti, ma anche al Sud Est Asiatico e a mercati europei emergenti come Romania, Bulgaria e l’area Benelux. In questa operazione, il supporto dell’Agenzia Ice resta strategico, grazie ai 3,5 milioni di euro destinati al servizio di incoming, per portare a Milano 3mila top buyer. Ma c’è un’altra novità importante su questo fronte.
Vale a dire?
La piattaforma di matching sarà bilaterale. In passato era il buyer che chiedeva di incontrare l’azienda, mentre quest’anno anche gli espositori potranno chiedere un appuntamento prima, durante e dopo la fiera all’operatore internazionale.
La fiera resterà su quattro giorni anche nei prossimi anni?
La durata della manifestazione è un altro punto di attenzione da parte di Fiera Milano e Fiere Parma: il prossimo Cibus, per esempio, sarà su tre giorni, dal 4 al 6 maggio 2027. Le fiere costano tanto e durano tanto, lo sappiamo bene. Siamo consapevoli che 6-7 giorni sono molti per un ufficio sales. Noi cerchiamo sempre di ascoltare le esigenze delle aziende e, per quanto possibile, di accontentarle. Fiere troppo lunghe rischiano di diventare dispersive e, allo stesso tempo, più costose. I format più efficienti dimostrano che eventi verticali, snelli e ben focalizzati garantiscono risultati migliori sia per gli espositori sia per i visitatori. Il nostro progetto va in quella direzione.
Sul fronte dei costi come vi siete mossi?
Sul fronte dei costi abbiamo scelto un approccio molto preciso. È vero che il listino di Tuttofood si posiziona mediamente con un vantaggio del 30% rispetto ai principali competitor internazionali, ma la nostra strategia non si limita a una semplice politica di prezzo competitivo. La scelta di mantenere tariffe accessibili riflette la volontà di far comprendere alle aziende che il valore di una fiera non risiede soltanto nella vendita dei metri quadrati. Ciò che per noi conta davvero è l’attenzione, l’investimento e l’impegno che sia noi, che le aziende, mettiamo nell’organizzazione preliminare dell’evento: dalle attività collaterali, ai convegni, fino ai contenuti e alla comunicazione dedicata. Sono elementi che naturalmente hanno un costo, ma che garantiscono alle aziende una piattaforma più efficace, competitiva e continuativa nel tempo. In questo modo, lo stand diventa solo un punto di partenza all’interno di un ecosistema di opportunità più ampio e strutturato.
Quali novità ci saranno in tema di segmenti emergenti?
Sarà presente una sezione dedicata al Beverage, che ospiterà la quinta edizione di Mixology Experience, un’area dove il ‘Beverage Pairing’ rappresenta il filo conduttore del progetto. La rinnovata area Tutto Fruit & Veg riunirà categorie e trend da tutto il mondo, tra cui la quarta e la quinta gamma, prodotti esotici, frutti di bosco e prodotti trasformati, e vedrà la partecipazione di visitatori professionali altamente qualificati del settore ortofrutticolo. Tra le principali novità dell’edizione 2026, anche un’area speciale dedicata al segmento biologico: TuttoBio by Natexpo, che riunirà la produzione bio certificata europea e non solo. L’area nasce dalla collaborazione tra Fiere di Parma e Spas, organizzatore di Natexpo, la principale fiera mondiale dei prodotti biologici con sede in Francia. Poi avremo anche un’area riservata al mondo dell’innovazione e delle startup, in partnership con Anuga e Koelnmesse.
Ci sono già ipotesi sulle date di Tuttofood 2028?
Per ora l’idea è posizionarsi a maggio, perché è un periodo privo di altri eventi. Oggi abbiamo la forza di farci seguire da tutte le collettive europee e mondiali a maggio e tutti ci vedono come un riferimento anche per la collocazione stagionale favorevole per chi visita l’Italia. Siamo pronti a valutare cosa fare nel 2030 in base alle evoluzioni del mercato.