Ancit, grande preoccupazione per il caro prezzi di materie prime ed energia. Aziende conserviere in difficoltà

2021-11-11T17:13:08+02:0011 Novembre 2021 - 17:13|Categorie: Grocery, in evidenza|Tag: , , |

Milano – Il rincaro prezzi preoccupa fortemente anche il settore delle conserve ittiche. Lo riferisce una nota ufficiale rilasciata da Ancit (Associazione conservieri ittici e delle tonnare). Nel periodo settembre 2020/21 si parla di un aumento del +15% per il cartoncino e del +35% per il cartone ondulato, entrambi destinati a imballi primari e secondari. Non sono da meno la banda stagnata (+80%) e l’alluminio (+77%). Difficoltà anche per quanto riguarda i trasporti. Il tonno viene movimentato principalmente via mare, ma secondo il Drewry’s World Container index, a ottobre 2021 il costo medio per un nolo per un container da 40 piedi è incrementato del 289% rispetto allo stesso periodo nel 2020. Da ultimo, si aggiungono gli aumenti relativi a elettricità (+80%) e gas naturale (+100%). Una situazione più che complessa, che l’industria conserviera ittica non è in grado di affrontare da sola. “Il contesto generale, rispetto al 2019, è cambiato radicalmente e le ulteriori tensioni sui prezzi registrate negli ultimi mesi ci obbligano a prenderne atto. Quella a cui stiamo assistendo è una tempesta perfetta, una situazione totalmente atipica e non paragonabile al passato”, evidenzia Simone Legnani, presidente di Ancit. “Oggi ci troviamo di fronte a un aumento dei costi che riguarda tutti i passaggi della filiera, con ritmi incessanti, tali da non rendere più la situazione controllabile e pianificabile da industria e fornitori. I prezzi vengono infatti ridefiniti mese per mese e quindi non si riesce a effettuare una pianificazione”. Un’imprevedibilità che si ripercuote sulla struttura dei costi diretti e indiretti per le imprese, con possibile aggravamento della situazione nei prossimi mesi. “Il rischio per il settore delle conserve ittiche – prosegue Legnani – è quello di non riuscire a metabolizzare i costi di produzione, diventati ormai troppo elevati. Quello che succederà dipende da tutta una serie di variabili che non riguarda solo l’industria ma anche il settore della distribuzione, le istituzioni e la politica”.

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