Roma – Tra i passaggi del discorso di Gesmundo all’assemblea Coldiretti, immancabile il riferimento a Mediterranea, l’associazione oggetto di numerosi attacchi negli ultimi mesi: “Vogliono far emergere l’omologazione, la commoditizzazione del cibo. Si vuole tornare a un vecchio refrain del cibo, che abbiamo combattuto negli ultimi 25 anni: quello che conta per chiamare un prodotto made in Italy è la ricetta. E la materia prima, si va a comprare dove costa meno, tanto è la ricetta che risolve tutto. Ma non possiamo entrare in questa logica, altrimenti ricreeremo una forma di mezzadria moderna, facciamo passi indietro abnormi”.
“Questo contenitore”, secondo Gesmundo, “sarà un elemento di penetrazione all’interno delle attività lobbistiche della comunità europea. Pensate che queste quattro multinazionali sono proprietarie di quel contenitore che si chiama Food drink. Questi signori hanno 1.180 persone che tutti i giorni girano per le varie commissioni e fanno attività di lobby. Se noi apriamo le porte per mettere le mani sul Copa Cogeca, che dovrebbe essere di proprietà delle rappresentanza delle imprese agricole europee, il gioco è fatto. Così si spiega la nostra avversione verso Mediterranea. Anche perché dentro questo tipo di vicenda si passa dal Mulino Bianco al Golpe Bianco. Quello che stiamo vedendo è un golpe. La nostra risposta a Mediterranea non è di competizione tra organizzazioni, qui sono in gioco le visioni centrali del modello agricolo a cui l’Italia deve fare riferimento. […] Dentro Unionfood ci sono corazzate Potemkin [sic] che sono contro l’etichettatura d’origine e a favore del Nutriscore. Vicenda per la quale una proteina di Coca Cola viene considerata più importante della proteina dell’olio extra vergine d’oliva. Ci battiamo contro i cibi artificiali, ma lì dentro ci sono multinazionali che stanno ancora giocando a favore dei cibi artificiali. La prima è Unilever, che sta investendo decine e centinaia di migliaia di euro in Europa per arrivare a produrre latte in sintesi e cibi cellulari che noi consideriamo medicine”.