Avicolo: costi energetici a +80% e mangimi a +27%. Ma il prezzo della carne fa recuperare in redditività

2022-11-02T13:38:12+02:002 Novembre 2022 - 11:26|Categorie: Carni|Tag: , , , , |

Forlì (Fc) – L’inflazione che si sta abbattendo sui consumatori e l’incremento dei costi di produzione (dall’energia ai mangimi) sono le criticità con cui il settore avicolo oggi deve fare i conti. Lo rivela Ismea che, attraverso una valutazione sulle macro-tendenze in atto, ha presentato una nuova analisi del comparto in occasione del Poultry Forum (Forlì, 28 ottobre). Come rivela l’Indice Ismea, i prodotti energetici sono aumentati dell’80% nel periodo gennaio-settembre e i mangimi hanno subito un incremento del 27% rispetto ai primi nove mesi dell’anno scorso. All’aumento dei costi è corrisposto tuttavia un andamento in rialzo dei prezzi che ha garantito un recupero della redditività del settore. Anche perché, in termini di volumi, le carni avicole restano le preferite per nove consumatori su dieci e rappresentano il 41% dei volumi delle carni. “Nonostante l’aumento dei prezzi a doppia cifra, le carni avicole restano le preferite dagli italiani. Ma lo scenario è critico”, precisa il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini. “Secondo i dati Ismea, nel 2022 abbiamo assistito a un +18% dei prezzi rispetto allo scorso anno e a un +22% rispetto al 2019. L’avicoltura rimane tra i settori maggiormente colpiti dalla crescita esponenziale dei costi di produzione, aumenti che generano preoccupazione soprattutto per i consumi e che mettono a rischio la redditività delle nostre imprese. Siamo decisi a intraprendere un percorso di dialogo e confronto con il nuovo governo per tutelare il comparto avicolo”.

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