Roma – “Dal bilancio agricolo comunitario dipende non solo la sicurezza alimentare di tutta l’Europa, ma anche la sostenibilità ambientale e sociale di un comparto che storicamente fornisce un apporto insostituibile in termini di tutela e di presidio del territorio; intervenire su questo capitolo di spesa, stanziando 31 miliardi di euro per la Pac e andando sostanzialmente a ridurre le risorse del 22%, è una scelta scellerata che rischia di tagliare le gambe a migliaia di imprese agricole, con ripercussioni sullo sviluppo delle aree interne, delle zone montane e dei territori rurali”. Lo ha ribadito il presidente della Copagri Tommaso Battista, aprendo i lavori della giunta esecutiva della confederazione, svoltasi alla presenza del vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto.
“Un indebolimento che il primario, già alle prese con le problematiche ataviche che da anni ne frenano lo sviluppo, non può assolutamente permettersi; così come non può permettersi l’istituzione di un fondo unico, che oltre ad esporre l’agricoltura al concreto rischio di una rinazionalizzazione delle politiche di settore, potrebbe tradursi in un’ulteriore fonte di drenaggio di risorse fondamentali per assicurare la tenuta e la competitività del comparto”, ha aggiunto il presidente, analizzando i possibili sviluppi futuri della politica agricola europea e riportando la forte preoccupazione dei produttori agricoli associati, ha spiegato Battista.
“Ad aggravare ulteriormente la già delicata situazione dell’agricoltura, stretta nella morsa tra la bassa redditività e i costi di produzione alle stelle, c’è poi tutta la partita dei dazi imposti dall’amministrazione statunitense, che colpiscono numerose produzioni di eccellenza dell’agroalimentare nazionale, primi fra tutti i vini, i salumi, i formaggi e l’olio Evo, che nel 2024 hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli Stati Uniti, con un aumento complessivo del 17%”, ha concluso il presidente di Copagri.