Bologna – Un nuovo capitolo si apre nella saga Bio-on, azienda produttrice di bioplastiche fallita nel 2019. Dopo le indiscrezioni sull’offerta di 17 milioni di euro avanzata da Maip, gruppo piemontese attivo nel settore dei polimeri (leggi qui), i curatori fallimentari Antonio Gaiani e Luca Mandrioli annunciano che “un’importante società del settore ha avanzato una proposta di concordato”, come riporta MF. E precisano: “La proposta prevede l’acquisizione dell’attivo in capo a un soggetto terzo quale assuntore, per cui, una volta eseguite le obbligazioni convenute ed effettuati i pagamenti, lo stesso subentrerà nella titolarità di tutti i beni appartenenti al fallimento”. I curatori e il comitato dei creditori si sono espressi a favore della proposta di concordato. Ora è atteso il voto dei creditori.
Maip ha battezzato il suo piano ‘Progetto Fenice’, come riporta Repubblica. Sono previsti 16,54 milioni di euro garantiti da finanziamenti delle banche Bpm e Unicredit per l’acquisto di tutta la società, il pagamento in toto dei creditori privilegiati e di una quota dell’8,5% ai creditori chirografari (quelli senza tutele particolari) metà in denaro e metà in strumenti finanziari che garantiranno l’incasso di parte degli utili futuri.
La società che farà la rilevazione si chiamerà appunto ‘Fenice’. Sarà amministrata dall’ingegner Eligio Martini, amministratore delegato del gruppo Maip, avrà sede a Torino e un capitale sociale di 15 milioni di euro. Maip conta di riavviare Bio-on in cinque mesi, per tornare all’utile già dal terzo anno. Previsti ricavi in crescita da 5,8 a 28 milioni di euro e un grado di saturazione dell’impianto che passa dal 17% al 70% in cinque anni. La produzione sarà indirizzata verso prodotti di alto valore (più di 65 euro al chilo). Maip prevede di assumere 30 lavoratori nel primo anno e di portarli a oltre 50 nel quinto.
