Roma – Nel 2024 gli acquisti domestici di prodotti biologici in Gdo sono cresciuti del +2,9% a valore su base annua, raggiungendo i 3,96 miliardi di euro. Il dato, pubblicato da Ismea, conferma dunque l’andamento positivo registrato già nel 2023 quando la crescita a valore (+5,4%) è risultata la più alta dell’ultimo quinquennio se si esclude l’anno eccezionale della pandemia (2020). La crescita è confermata anche a volume, con un +4,3% sul 2023. L’intensità superiore a quella registrata in valore è spiegata da una dinamica generalmente più contenuta dei prezzi medi allo scaffale per molti prodotti biologici.
Sul fronte delle categorie, fa sapere Ismea, nel 2024 l’aumento in valore è particolarmente significativo per le categorie degli oli e dei grassi vegetali (+31,8%) e delle uova fresche (+10,4%). Si riducono gli acquisti bio per le categorie salumi (-19,1%), carni (-3,5%), vino e spumanti (-1,6%) e derivati dei cereali (-1,2%). Dal punto di vista dell’incidenza percentuale, anche per il 2024 l’ortofrutta rappresenta la voce di spesa più importante nello scontrino biologico (42,8%).
Per quanto riguarda i canali di vendita, la leadership è in mano alla distribuzione moderna, che ha veicolato, nel 2024, il 64,7% delle vendite di prodotti biologici. Bene anche i discount che vedono la propria quota di mercato raggiungere quasi il 15% e avvicinarsi ulteriormente ai negozi tradizionali che, pur rimanendo il canale prediletto per l’acquisto di alcune referenze biologiche appartenenti ai comparti del latte e derivati, ortofrutticolo e del miele, continuano a perdere terreno.
Dopo un 2022 e 2023 caratterizzati da una costante flessione, l’incidenza degli acquisti domestici di prodotti biologici sulla spesa agroalimentare complessiva è tornata a crescere, salendo al 3,6%.