Di Luigi Rubinelli
Un recente rapporto di Mc Kinsey per Eurocommerce mostra dati preoccupanti a proposito di sostenibilità:
- la ricerca di risparmio nella spesa rimane alta, ma in due anni ha la stessa quota,
- cresce l’intenzione di acquistare prodotti alto di gamma con una qualità più elevata,
- cresce l’attenzione verso una alimentazione salutare,
- diminuisce fortemente l’intenzione di acquistare prodotti sostenibili.
Le prime tre intenzioni sono concordi in tutte le ricerche di mercato, la quarta molto meno: la pubblicistica dice ancora che le persone, in molti casi, preferiscono acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente.
Se si approfondisce questo dato, sorprendente in tutti i sensi, si scopre che:
- tutti i target della popolazione rispondenti al questionario rispondono che compreranno meno prodotti sostenibili,
- sono però i Baby boomer (le persone nate fra il 1946 e il 1964) a dare una risposta nettamente negativa, -6% in un solo anno.
La ricerca è stata svolta in 9 stati europei e anche in Gran Bretagna su un campione di 11.525 rispondenti, quindi, grosso modo, sono circa 1.100 per persone coinvolte per ogni singolo paese: è un campione più che valido. Il dato sui Baby boomer deve far riflettere perché sono il target con un più alto reddito disponibile.
Va ricordato anche che da quest’anno è obbligatorio il bilancio di sostenibilità dal quale si vedranno i comportamenti aziendali a proposito dello Scope 3.
Non è un dato confortante: per giunta viene avvalorato e amplificato dai comportamenti politici sia degli Stati Uniti sia di alcuni stati europei (Italia in primis) che chiedono a gran voce di rivedere i programmi di impatto ambientale e sociale delle attività produttive e di servizio.