Roma – Nei primi nove mesi del 2021 l’offerta nazionale di carni bovine è cresciuta del 3,2%, riavvicinandosi ai livelli del 2018. Un positivo trend al rialzo dopo la contrazione registrata nel 2019 (-3,6%) e la tenuta – nonostante le problematiche legate alla pandemia e le chiusure dell’Horeca – del 2020. I dati, pubblicati nell’ultimo report di Ismea, vedono anche una ripresa dei prezzi, sia per i capi da macello, che per la carne all’ingrosso. Per gli allevatori però la partita si continua a giocare sul campo della redditività: le quotazioni delle materie prime utilizzate per l’alimentazione degli animali e i prezzi dei ristalli crescono più velocemente dei prezzi di vendita, erodendo i già ridotti margini. E se anche le carni importate da oltreconfine si sono ridotte sia nel 2020 che nel 2021 – permettendo al mercato interno di mantenere un discreto equilibrio e un totale assorbimento dell’offerta nazionale -, i loro prezzi restano inferiori a quelli delle carni italiane. Interessanti i trend di consumo. Nel 2020, a fronte di una domanda extradomestica quasi annullata, i consumi domestici di carni hanno registrato un +7,4% dei volumi e +10% a valore, con il contributo quasi paritetico tra carni rosse e carni bianche. Nei primi nove mesi del 2021, i volumi delle carni acquistate dalle famiglie italiane restano in sostanziale tenuta ma con dinamiche differenziate per le singole tipologie (carni avicole e ovine in crescita quelle bovine e suine sono in flessione). Per tutte, comunque, si registrano incrementi pari a +5,8% in volume e a +12% in valore rispetto all’analogo periodo di un’annata ‘normale’ come il 2019. I canali di vendita utilizzati per l’acquisto delle carni bovine sono stati soprattutto i supermercati e le macellerie, attraverso i quali sono stati acquistati rispettivamente il 39% e il 22% dei volumi totali. Un ruolo discreto, ma inferiore rispetto a quanto rappresenta per altre referenze, lo ha avuto anche il Discount, dove si sono vendute il 14% delle carni bovine. Diversamente, i canali tradizionali – dopo l’exploit del 2020 (+16%) – hanno segnato un ripiegamento del 7,3% nei primi nove mesi del 2021, e gli Iper, che avevano perso quote nel 2020 (-4,1%) segnano un ulteriore lieve ridimensionamento nel 2021 (-0,3%). La principale categoria merceologica venduta al dettaglio è quella del bovino adulto, che rappresentano circa il 60% dell’offerta, a cui segue la carne di vitello e la categoria della scottona (6%).
Carne bovina: secondo Ismea, produzione e consumi in ripresa. Permangono le criticità legate alla redditività
Margherita Luisetto2021-12-21T12:39:43+01:0021 Dicembre 2021 - 12:37|Categorie: Carni|Tag: carne bovina|
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