Roma – Le nuove modalità di calcolo degli impatti ambientali della produzione di carne; la preservazione della biodiversità; le novità scientifiche sui temi della nutrizione e della salute; il ruolo degli allevamenti nella transizione ecologica. Sono solo alcuni dei temi trattati in ‘Carni e salumi: le nuove frontiere della sostenibilità’, il nuovo libro scritto da Elisabetta Bernardi, Ettore Capri e Giuseppe Pulina, edito da Franco Angeli, con il contributo di Carni Sostenibili. Al centro, il grande tema della sostenibilità. Secondo le revisioni delle metriche proposte dal team di fisici dell’atmosfera dell’Università di Oxford, in Italia le attività zootecniche negli ultimi 10 anni non solo non hanno impattato sull’ambiente, ma hanno contribuito a raffreddare l’atmosfera con emissione ricalcolate cumulativamente a – 49 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
Tuttavia, oggi, in un contesto globale in cui la richiesta di alimenti di origine animale vedrà un aumento del 30% entro il 2050 (+29% carne, +35% latticini, +25% uova e +37% pesce, stime Fao) il comparto dovrà essere in grado di produrre di più continuando a ridurre i propri impatti ambientali. Il sistema zootecnico italiano è già un modello avanzato di economia circolare: “Negli ultimi anni”, spiega Ettore Capri, professore di Chimica agraria in occasione della presentazione del libro, “abbiamo assistito a una progressiva presa di coscienza del comparto che ha provveduto a rigenerare le risorse e a diminuire gli scarti”.
Elisabetta Bernardi, nutrizionista, biologa e specialista in Scienze dell’alimentazione sottolinea, invece, il valore nutrizionale insito nella carne: “È a tutti gli effetti parte integrante della dieta mediterranea e con soli 100 gr di carne rossa si copre circa il 25% della dose giornaliera raccomandata per la riboflavina, la niacina, la vitamina B6 e l’acido pantotenico, e i due terzi per la vitamina B12”.