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Chi paga i conti di Satispay?

2025-02-21T14:16:54+02:0021 Febbraio 2025 - 14:16|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

L’azienda di fintech ha annunciato che dal 7 aprile gli esercenti verseranno una commissione dell’1% su tutte le transazioni, aumentandola rispetto ai 20 centesimi odierni. Il Ceo Dalmasso la giustifica parlando di nuovi servizi ai clienti. Ma non saranno invece problemi di bilancio?

Il cliente ha la possibilità di pagare qualsiasi cifra con un’applicazione sullo smartphone a costo zero. Ma può anche versare il bollo auto o i bollettini postali, o perfino scambiare denaro con amici e famiglia. Basta che si registri con carta d’identità, codice fiscale e Iban del proprio conto corrente, da cui, mensilmente, viene ricaricata sull’app una somma da lui stabilita. Dal canto suo, l’esercente può garantire ai clienti la possibilità di effettuare pagamenti elettronici, senza Pos e versando una commissione molto conveniente: 0,20 euro per qualsiasi cifra sopra i 10 euro.

È il modello di Satispay, società milanese fondata nel 2013 da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta. Ed è per molti pratico e conveniente. Dal prossimo 7 aprile, però, le cose cambieranno. Lo ha annunciato, con una comunicazione divulgata agli esercenti, la stessa società: verrà eliminata la commissione fissa di 0,20 euro, sostituita da un prelievo dell’1% sull’importo versato, qualunque sia la cifra, quindi anche al di sotto dei 10 euro. Ciò significa che, per i commercianti, l’impatto maggiore sarà su tutti i pagamenti superiori ai 20 euro. Mentre la commissione sui pagamenti tra i 10 e i 20 euro risulterà inferiore a quella attuale. Lo scontrino medio degli utenti di Satispay è compreso tra i 10 e i 20 euro.

Tuttavia, per gli esercenti, la nuova commissione dell’1% si avvicina a quella applicata dalle banche sui pagamenti con carta di credito/debito. L’onere, infatti, si aggira mediamente tra l’1 e il 2,5%, a cui si sommano i costi del Pos, secondo alcuni dati del 2022 di Confesercenti. “Se 10 anni fa la chiave per cambiare le abitudini di pagamento era un’app intuitiva e una politica che non richiedesse commissioni sui pagamenti sotto i 10 euro, oggi lo scenario è diverso”, ha motivato Alberto Dalmasso, Ceo e fondatore di Satispay. “Ora i negozianti accettano di buon grado i pagamenti elettronici, ma resta forte la necessità di attrarre sempre più clienti. Per questo lavoriamo ogni giorno, per creare nuovi servizi a valore aggiunto e far crescere con noi i nostri esercenti”. Non è in dubbio che Satispay negli anni abbia ampliato e variato il numero dei servizi offerti.

Ma la spiegazione di Dalmasso convince fino a un certo punto. E un’analisi della situazione finanziaria dell’azienda di fintech dà ragione di credere che abbia necessità di incrementare i profitti. Se il numero di utenti registrati alla piattaforma è sempre in crescita, tanto che oggi ha superato i 5 milioni di consumatori e i 380mila esercizi, non si può dire altrettanto degli utili dell’azienda. Analizzando i conti economici di Satispay (fonte: Creditsafe), in effetti, emerge che, già dal 2020 al 2022, a fronte di ricavi operativi complessivi pari a 137,5 milioni di euro, la società ha avuto costi di produzione via via crescenti, che hanno portato a perdite complessive pari a 105 milioni.

Nel 2022, in particolare, il bilancio registrava un buco da 60 milioni di euro (e un margine operativo lordo negativo a 58 milioni), ripianato da un finanziamento record da 320 milioni, che attribuiva alla società perfino un valore da ‘unicorno’, cioè oltre il miliardo. Il finanziamento ha consentito alla società di Dalmasso e soci di affrontare anche il 2023, terminato, però, con un’altra perdita da 46,3 milioni di euro, secondo dati riportati da Repubblica.

A novembre 2024, un nuovo aumento di capitale da 60 milioni, che ha dato all’azienda la liquidità necessaria per “sostenere l’espansione e, se necessario, valutare acquisizioni strategiche”, come si legge in una nota di Satispay. Secondo Repubblica il patrimonio netto di Satispay ammonta oggi a 155 milioni di euro con una liquidità di quasi 50 milioni. Tuttavia il quotidiano fa sapere che, già nel bilancio 2023, gli amministratori avevano introdotto un capitolo dal titolo ‘Valutazione del presupposto della continuità aziendale’. E i revisori dei conti avevano inserito un ‘richiamo di informativa’, sottolineando che non è in dubbio la sopravvivenza per un periodo non “inferiore ai prossimi 12 mesi”. Poi, chissà…

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