La confederazione manifesta a Parma davanti all’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Per chiedere di assimilare carne coltivata e cibi cellulari ai farmaci. L’istituzione replica: “Applichiamo i più alti standard di valutazione”. E 16 ricercatori si appellano ai ministri Lollobrigida (Agricoltura) e Schillaci (Salute).
Blitz, sfilate e manifestazioni di piazza sono il pane quotidiano di Coldiretti, si sa. Dal Brennero ai porti della Puglia, la confederazione guidata da Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo adora presenziare tra monti, mari e città, pregustando la grancassa mediatica che riempirà le pagine – digitali e cartacee – dei giornali del Belpaese.
Del resto, lo scorso luglio, il segretario generale Gesmundo dichiarava: “Dobbiamo entrare in una postura di mobilitazione permanente perchè l’agricoltura è un settore strategico al pari dell’energia: chi si permette più di pensare che sia la cenerentola di questo Paese?”. E ancora: “Per guidare una comunità agricola e il popolo della Coldiretti occorrono scienza, intelligenza, capacità, audacia e concretezza”.
Ora, non sta a noi giudicare se effettivamente i vertici di Coldiretti brillino per intelligenza, capacità, audacia e concretezza; ma sulla scienza qualcosa si può dire. Soprattutto dopo la manifestazione del 19 marzo a Parma, dove 20mila (secondo Coldiretti) agricoltori hanno sfilato tra le vie della città fino alla sede dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. L’approdo finale sotto il palazzo dell’istituzione non è casuale: per garantire la trasparenza non è più rinviabile, secondo l’associazione, “l’origine obbligatoria del paese d’origine in etichetta per tutti i cibi commercializzati in Europa, partendo dall’abolizione della regola dell’ultima trasformazione sostanziale del codice doganale, che consente, ad esempio, al concentrato pomodoro cinese con una sola aggiunta di acqua di diventare passata made in Italy da vendere all’estero”.
E c’è un altro motivo per cui l’Efsa è finita nel mirino di Coldiretti: “Chiedere che vengano fatti studi medici clinici e preclinici prima di dare il via libera ai cibi cellulari e di fermentazione di precisione, per tutti i prodotti compresi quelli già presentati prima del 1° febbraio 2025”. E proprio l’Autorità europea ha un ruolo strategico nella partita delle autorizzazioni per i novel food. Al termine della manifestazione, una delegazione giallo-verde è stata ricevuta dal management dell’Efsa. Che ha diffuso una nota in cui si legge: “Abbiamo evidenziato come la richiesta di ‘fare luce’ avanzata da Coldiretti è in linea con l’obiettivo di Efsa. Nella valutazione della sicurezza per il consumo umano di nuovi alimenti, anche per le richieste presentate prima del 1° febbraio 2025, la normativa Ue impone a Efsa di applicare sempre i più alti standard di valutazione scientifica”.
Ma c’è di più: vista la risonanza mediatica della protesta, 16 ricercatori e scienziati (Università di Torino, Politecnico di Torino, Cnr e altre istituzioni) hanno scritto un appello ai ministri Lollobrigida (Agricoltura) e Schillaci (Salute). Quello di Coldiretti, scrivono i firmatari, è “un tentativo preoccupante di delegittimare il lavoro della comunità scientifica indipendente e il quadro normativo europeo sui nuovi alimenti, tra i più rigorosi al mondo”. La protesta, spiegano i ricercatori, “fa eco alle conclusioni di un Tavolo tecnico interministeriale dei ministeri di Salute e Agricoltura, dove però dettagli sui metodi adottati, le argomentazioni e gli studi a sostegno di tale necessità, non risultano inclusi nel documento ufficiale”. Ma, “alla luce della letteratura scientifica esistente e delle ricerche che abbiamo già condotto, sentiamo di poter affermare che il quadro regolatorio attuale non presenta delle criticità e che la richiesta di studi clinici e preclinici non ha alcuna base scientifica”.
Concludono gli scienziati: “Paradossalmente, la regolamentazione alimentare è improntata a maggiore sicurezza. Basti pensare che un farmaco può essere autorizzato anche in presenza di effetti collaterali noti, mentre Efsa può approvare solo in assenza di rischi per la salute”. In sintesi: Scienza 1 – Coldiretti 0. E palla al centro.