Milano – 25 soci, nove risiere, 1.500 ettari coltivati e 3.500 tonnellate di riso prodotto negli ultimi anni. Sono questi i numeri con cui il Riso nano vialone veronese Igp chiude il 2023. Come fanno sapere dal Consorzio, l’anno è stato sfidante a causa della siccità dei mesi estivi. “A marzo avevamo il timore di non poter seminare, con le risorgive in secca”, fa sapere Renato Leoni, presidente del Consorzio. “Per fortuna a luglio è arrivata la pioggia che ha salvato la produzione, consegnandoci un prodotto di altissima qualità”.
Sul fronte delle innovazioni in campo, il presidente sottolinea che attualmente non sono ancora state messe a punto tecnologie che permettano di coltivare il Riso nano vialone veronese Igp in condizioni climatiche avverse. Ma sono in corso studi per individuare le varietà capaci di resistere a periodi prolungati di siccità. Parallelamente ci sono stati degli adattamenti nelle tecniche di irrigazione: in questi ultimi due anni molto siccitosi, i Consorzi di bonifica che gestiscono l’utilizzo delle acque hanno infatti limitato o vietato in alcuni intervalli di tempo il prelievo di risorsa idrica dal sistema di irrigazione. Sono state inoltre modificate alcune tecniche nella semina: si è proceduto ad aumentare i periodi di ‘asciutta’, diminuendo i periodi di coltivazione sommersa, permettendo di risparmiare fino a un mese di allagamento della risaia.
