Milano – Presentata ieri al Simei di Milano, dall’Osservatorio Unione italiana vini (Uiv) e da NIQ Italia, un’analisi sui nuovi consumatori italiani di vino. L’identikit del consumatore casalingo, che si rifornisce dunque nel canale retail, è: over 55, senza più figli a carico in casa e, 6 volte su 10, con un reddito sopra la media nazionale.
“Protagonisti di una spesa enologica pari a 1,83 miliardi di euro l’anno”, spiegano gli analisti, “questi Boomer (con una coda di GenX) lasciano quasi le briciole agli altri due grandi cluster individuati: le famiglie con figli (7,8 milioni) non arrivano al 24% della spesa complessiva, mentre le famiglie under 55 senza figli a carico si fermano a meno del 18%”.
Per Eleonora Formisano di NIQ Italia, stiamo infatti assistendo a “una polarizzazione dei consumi di vino basata su discriminanti divenute strutturali, come l’età e la disponibilità economica”. La spesa media annuale parla di una maggiore frequenza d’acquisto (+3,3%) a fronte di una diminuzione dei consumi di vino (-2%). Con le famiglie con figli che spendono in media cinque volte meno rispetto alle coppie over 55.
Diversa la situazione dei consumi fuori casa, dove si delineano comunque trend sempre più nitidi. Secondo il panel interrogato da NIQ, oggi sono di più i consumatori di spumanti (63,4%) rispetto a quelli di vino fermo (61%). “Un sorpasso fino a ora impensabile, se si considera che i fermi e frizzanti costituiscono da sempre l’ossatura del vigneto Italia con circa i 4/5 della produzione”, spiega la società di analisi. Cambiano anche le abitudini di consumo, con l’aperitivo che è la maggiore occasione di consumo di alcolici non solo per le fasce più giovani, ma anche per i 45-54enni e si avvicina sempre più a conquistare lo scettro tra gli over 55.
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