Contini (Just Eat): “La persona al centro”

2025-06-13T12:47:02+02:0013 Giugno 2025 - 12:47|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Mercato|Tag: , |

La rivoluzione del settore lavorativo, che parte dalla tutela dei dipendenti. L’impegno per un ambiente aziendale più giusto e umano, orientato al merito. Ne parla il country manager della piattaforma di food delivery.

Il mondo del lavoro oggi e la valorizzazione dei dipendenti. La parità di genere e il multiculturalismo. Daniele Contini, country manager di Just Eat, celebre servizio di food delivery, si sofferma su alcuni temi centrali del mondo del lavoro odierno in un’interessante intervista rilasciata al podcast Cdo x Sussidiario.

Al centro del confronto con il giornalista Enrico Castelli, le condizioni che rendono possibile un buon lavoro, che valorizzi le competenze e metta al centro la persona. Just Eat oggi vanta una rete di migliaia di ristoranti, 300 dipendenti e circa 2.500 rider, che la società ha assunto. Infatti, spiega Contini, “crediamo che in questo modo sia anche possibile avere un servizio di qualità migliore per i clienti, per i ristoratori e anche per i rider stessi, dando loro delle tutele e una serie di vantaggi”.

“Oggi il mestiere del rider – aggiunge il manager – consente a molte persone da un lato di avere un sostentamento, che permette quindi di mantenere sé stessi e la propria famiglia, ma è anche un mestiere che può portare a una crescita professionale e a uno sviluppo ulteriore. Alcune persone decidono infatti di farlo a lungo, ma altre, fatta questa prima esperienza lavorativa, decidono poi di andare a lavorare nella logistica o nella ristorazione”.

Il brand Just Eat, comunque, attira molto i giovani, tanto che l’azienda nemmeno fatica a trattenere i suoi dipendenti, come spiega Contini: “La nostra è un’azienda innovativa e quindi molte persone sono attratte da lavorare in un settore dinamico e innovativo. C’è anche l’aspetto della dimensione internazionale, che troviamo, specialmente nei giovani, molto attrattivo. Spesso i giovani che entrano ci chiedono esplicitamente quali sono le opportunità di crescita anche a livello internazionale e diversi di loro si sono trasferiti in altre sedi”. L’intervista con Daniele Contini, comunque, è l’occasione per affrontare alcuni dei temi centrali nel dibattito odierno sul mondo del lavoro, sulle sue criticità e il modo in cui sta cambiando.

E, a proposito di parità di genere, il manager spiega: “È un tema al quale siamo sensibili. In generale noi abbiamo raggiunto una sostanziale parità, ma sicuramente c’è ancora da fare, ad esempio nelle posizioni di vertice, di responsabilità. È un punto di attenzione, specialmente in alcune aree del business: penso ad esempio all’area di prodotto, tecnologica, dove le materie sono più diciamo tecniche. Ecco, lì la disparità è più forte”. Il multiculturalismo, invece, facendo Just Eat molto affidamento sul lavoro di persone immigrate, è per l’azienda una “grande risorsa”, a detta di Contini. “Questo multiculturalismo aiuta a concentrarsi sui talenti e non tanto sulla provenienza delle persone”, spiega. “Anche per quanto riguarda ad esempio i rider è una risorsa, perché abbiamo la possibilità di espandere il numero di lavoratori, sempre operando sul merito”.

Ancora più della disparità di genere e del multiculturalismo, però, è la crescente disaffezione al lavoro tra i giovani uno dei temi più caldi al giorno d’oggi. E ne parla anche Contini: “Il fenomeno è evidente. Quello che vedo io, ad esempio da noi, è che lo stipendio è senza dubbio una componente importante, ma sempre di più oggi le persone, specialmente i giovani, cercano una motivazione, cercano di avere delle ragioni legate a cosa stanno facendo e perché lo stanno facendo”. Si tratta, insomma, di mettere al centro la persona. Ma che cosa significa concretamente? “Vuol dire ascoltarla, capire quali sono i suoi interessi, i suoi talenti e cercare di supportarne lo sviluppo”, spiega Contini. “All’interno dell’impresa bisogna quindi cercare di far sì che la persona non si demotivi, che possa crescere, possa sviluppare i suoi talenti. Questo per me vuol dire mettere al centro la persona in ambito lavorativo”

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