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Crisi Ferrarini: le rettifiche del commissario giudiziale Franco Cadoppi. Il commento di Angelo Frigerio

2021-05-26T08:24:56+02:0026 Maggio 2021 - 08:24|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , , , , |

Reggio Emilia – Franco Cadoppi rettifica e precisa (leggi qui). Il commissario giudiziale del concordato Vismara si accorge di essere andato “oltre” nel suo rendiconto quando attaccava Unicredit e Banca Intesa. Ora dice che Unicredit non c’entra nulla. Che si è trattato di un “mero errore”. E che la banca “non ha svolto alcun ruolo nel concordato Vismara”. E se ne accorge adesso? Ma dove aveva la testa quando ha scritto le peggio cose su Unicredit nel suo resoconto? Mah, andiamo avanti. Sottolinea che l’unico obiettivo che intendeva perseguire era di ricordare ai creditori destinatari “che le sorti del concordato Vismara restano legate a quelle di Ferrarini”. Si cosparge poi il capo di cenere nel sottolineare che “il rendiconto conteneva frasi e affermazioni esorbitanti rispetto all’oggetto e ai fini del rendiconto stesso, in grado di essere male interpretate e strumentalizzate…”. Prosegue poi con una serie di smentite.

Ora, ci si chiede: come mai Cadoppi ingrana la retromarcia dopo un’accelerata alla Hamilton? Semplice, ha capito di aver scritto una serie di affermazioni che lo avrebbero portato dritto dritto in tribunale, accusato di diffamazione o peggio di calunnia. Precisato questo, mi sia concesso un nota bene al commissario giudiziale.  In primo luogo rigetto qualsiasi riferimento ai nostri media quando parla di “travisamento” delle sue parole. Abbiamo riportato pari pari, per primi a livello nazionale, quello che lui ha scritto nel suo rendiconto (leggi qui) senza travisare nulla. Non c’era bisogno. I giudizi sferzanti sulle banche e sul gruppo Bonterre non avevano bisogno di alcun commento. Come d’altra parte lui stesso ha ricordato.

Permettetemi infine una piccola osservazione in merito al compenso di 118mila euro (più quelli chiesti a Vismara) da lui richiesto. Ricorda molto la storia di Joseph Jordan, già centravanti del Milan. Lo Squalo, come venne soprannominato, venne pagato a caro prezzo dai rossoneri nel 1981. Doveva essere la bandiera, perno del riscatto dopo il ritorno dalla serie cadetta. Ma nel corso della stagione segnò solo due reti su 22 partite giocate. E il Milan retrocesse per la seconda volta in serie B. Era un brocco.

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