Parma – Il primo non formulato dell’anno, sui tagli freschi, fa esplodere la tensione tra industria e macelli, che fin qui, a differenza che nella Cun sul vivo, nel 2024 avevano sempre firmato un accordo. Lo scontro si focalizza soprattutto sulla coscia fresca, voce su cui l’industria chiede un calo importante e che i macelli vogliono invece evitare di far crollare, visto che in due mesi sono già 13 i centesimi concessi sulle cosce Dop (e 33 sulle non tutelate). Ma l’industria continua a spingere per riportare questa voce verso i 5,50, lamentando un magazzino pesantissimo di prosciutti in fase di stagionatura pagati cari e che verranno venduti a marginalità bassa o negativa. Nella seduta di venerdì, probabilmente si sarebbe potuto chiudere un accordo o con un invariato generalizzato su tutte le voci, o con un calo di 2/3 centesimi al massimo sulle cosce, compensato però da un aumento di macelleria fresca, coppa, pancetta e gola. Le richieste dai macelli in questo senso (dai 10 ai 15 centesimi in prima battuta), giudicate eccessive dall’industria, hanno fatto saltare il banco. Nel frattempo, questa mattina sono stati confermati ulteriori aumenti sui tagli olandesi: su tutti, 5/7 centesimi le coppe e 4 sui prosciutti.