Meda (Mb) – L’anno scorso, di questi tempi, il suino vivo stava raggiungendo il suo apice, ed era a soli 2 millesimi dal record storico (2,387 euro/kg, 24 ottobre 2024). Per perdere il 4%, avrebbe dovuto aspettare il 21 novembre, quasi un mese. Questo dato dà la dimensione del deprezzamento in atto sul suino vivo italiano, iniziato sette giorni fa e che continua con passo deciso. Il punto più alto del 2025 è stato toccato infatti a fine settembre (2,203 euro/kg), dopo una curva estiva che ha fatto guadagnare agli allevatori un discreto +16,3% in circa tre mesi. Allora c’erano sentori di ‘fine corsa’, ma la velocità dell’inversione di tendenza ha sorpreso un po’ tutti: 9,1 centesimi in due sedute, ovvero il 4,1% che porta i prezzi a 2,11 euro/kg per il pesante Dop, 2,05 euro/kg per il non tutelato più costoso, e 1,972 euro/kg per il non tutelato, che torna quindi sotto la soglia critica dei 2 euro per la prima volta da Ferragosto. Per i suini tutelati, sono in pratica i prezzi di inizio agosto. Quest’evidente marcia indietro, che ha già fatto vedere le prime ripercussioni su alcuni tagli (clicca qui) dovrebbe portare un po’ di respiro ai produttori di coppe e pancette, e forse a breve anche di quelli di salame (il trito ha iniziato a perdere 2 centesimi prima di superare i 5 euro/kg). Staremo a vedere.
