Parma – Come previsto, il ‘non formulato’ di settimana scorsa (leggi qui) si trasforma in una boutade, perché la seduta di ieri ha certificato 8,2 centesimi complessivi di deprezzamento, per il suino vivo italiano. Ovvero 4,2 (di media) a seduta. Quindi, la stessa velocità tenuta dal 10 ottobre, che ha reso il calo autunnale del 2025 il più importante (vedi tabella sotto) degli ultimi anni. I prezzi attuali (1,908 euro/kg per il pesante Dop, 1,848 per il Dop inferiore ai 160 kg e 1,766 euro/kg per il non tutelato più costoso, sono più o meno gli stessi del 19 giugno scorso, quando il suino stava risalendo dal punto più basso dell’anno (1,895 euro/kg). È altamente probabile che, la prossima settimana questo record (negativo, per gli allevatori) verrà battuto. Ma i tagli rimangono più o meno stabili (leggi qui), e anche la seduta di domani sarà indicativa dei rapporti di forza tra industria e macellatori, con i secondi che appaiono come la parte che si sta avvantaggiando maggiormente in questo momento.
| Picco estivo (euro/kg) |
Partenza calo autunnale | Prezzo dopo 8 settimane (euro/kg) | Var. % | |
| 2025 | 2,203 | 2 ottobre | 1,908 | -13,4% |
| 2024 | 2,387 | 31 ottobre | 2,110 | -11,6% |
| 2023 | 2,329 | 9 novembre | 2,180 | -6,4% |
| 2022 | 2,072 | 4 novembre | 2,000 | -3,5% |
| 2021 | 1,713 | 26 agosto | 1,542 | -10,0% |