• Uk: calano spesa (-0,6%) e volumi (-2,3%) della carne di suino

Cun suino vivo: si ferma il calo (solo -3,3% da inizio maggio), ora il mercato chiede che l’estate non sia ‘di fuoco’

2025-06-13T10:51:17+02:0013 Giugno 2025 - 10:51|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: |

Parma – Stabilità. Da quanto tempo non si vedeva, sul vivo, un bollettino invariato? L’anno scorso questa circostanza si era verificata in un’unica occasione, il 15 febbraio 2024, con la conferma della quotazione di 2,06 euro/kg. E dal punto di vista dell’industria, cioè di chi alla fine della catena di produzione deve valorizzare il prodotto, e bene o male permette la remuneratività della filiera, il modo in cui sono state gestite queste settimane è abbastanza confortante. Dopo il rimbalzo di primavera (da 1,765 euro/kg a 1,959 euro/kg in un mese e mezzo) ci si aspettava un calo consistente delle quotazioni prima dell’estate. Basta tornare al ‘non formulato’ dell’8 maggio (leggi qui) per rendersi conto dell’aria che tirava. E invece, gli allevatori hanno contenuto le perdite cedendo solo 6,4 centesimi e mantenendo il prezzo del pesante Dop a 1,895 euro/kg, praticamente “stabile” a 1,90 circa. Che potrebbe essere definito come il valore reale, oggi, del suino italiano più costoso. Ora però arriva l’estate, periodo in cui negli ultimi anni gli allevatori hanno picchiato duro, realizzando incrementi da capogiro. Nel 2020, subito dopo la Psa in Cina, partendo da un vergognoso 1,02 euro/kg (quotazione ‘punitiva’ dopo la sbornia delle esportazioni in Cina che avevano fatto schizzare i prezzi) si era arrivati 1,586 a inizio ottobre (+ 55,5%). Da quel momento, l’estate di fuoco è diventata un leit motiv. Nel 2021 si era verificato un +26% da maggio ad agosto, nel 2022 un +32% da maggio a ottobre (con primo sforamento oltre i 2 euro), nel 2023 un +13% (stando però sempre sopra i 2 euro di quotazione), nel 2024 un +26% da giugno a ottobre, quando fu raggiunto il record storico di 2,387 euro/kg. Oggi il mercato chiede più stabilità, e come ha concesso agli allevatori di limitare i danni in primavera (-3,3%) pretende che l’estate non ripeta le percentuali degli ultimi anni. Già un +10% (con proiezione a 2,10 euro/kg) sarebbe difficilmente sopportabile.

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