Milano – Gli Usa minacciano di colpire le esportazioni agroalimentari europee con dazi del 17%, se l’Ue non concede alle aziende americane esenzioni dalle regole comunitarie e non riduce il suo surplus commerciale. È questa l’ultima intimidazione messa in atto da Donald Trump nel tentativo di dettare le condizioni della trattativa con Bruxelles. La commissione Ue continua a negoziare: “Siamo a favore di una soluzione negoziata con gli Stati Uniti, e questa rimane la nostra priorità”, spiega il portavoce della Commissione Ue, Olof Gill, spiegando che “sono stati compiuti progressi verso un accordo di principio durante l’ultimo round di negoziati”.
La nuova minaccia preoccupa però le imprese del settore. “L’ipotesi di un innalzamento al 17% delle tariffe per l’agroalimentare sarebbe difficile da sostenere per molte imprese, in particolare per settori come il vino e l’olio”, spiega Vincenzo Divella, Ad dell’omonimo pastificio, intervistato dal Corriere della Sera. “Per la pasta, invece, è diverso, per le caratteristiche del prodotto, che è poco costoso e molto popolare. Anche con dazi superiori al 10% l’aumento sarebbe di qualche centesimo, quindi sopportabile. […] Ci preoccupa di più se l’euro dovesse salire a 1,20 dollari”, spiega Divella riferendosi alla svalutazione del dollaro, che è arrivata al 13,5%. “Se davvero gli Stati Uniti dovessero fissare dazi sull’agricoltura al 17% le nostre imprese non potranno essere lasciate sole, le istituzioni dovrebbero intervenire per sostenerle”, spiega al quotidiano Raffele Drei, vicepresidente di Conserve Italia. E spiega: “La situazione diventerebbe insostenibile, […] l’Europa deve difendere la filiera agricola”.