Washington (Usa) – 7,8 miliardi di euro. A tanto ammontava lo scorso anno l’export di prodotti agroalimentari italiani negli Stati Uniti. Un valore che ora è messo a rischio dalla potenziale imposizione di dazi al 25% sulle esportazioni Ue come annunciato dall’amministrazione Trump. Stando alle stime di Coldiretti, “tale imposizione sui prodotti made in Italy potrebbe costare ai consumatori americani fino a 2 miliardi di euro in più. Il costo sarebbe di quasi 500 milioni di euro per il vino, circa 240 mln per la filiera dell’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta e 120 milioni di euro per i formaggi”.
Aumenti che porterebbero i consumatori americani a indirizzarsi su altri beni più a buon mercato, con l’ulteriore pericolo di alimentare l’industria del falso made in Italy in America. “Gli Stati Uniti”, sottolinea Coldiretti, “sono oggi il Paese che detiene saldamente la leadership produttiva del falso made in Italy con il fenomeno delle imitazioni di cibo tricolore che è arrivato a rappresentare oltre 40 miliardi di euro. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York. Ma il problema riguarda un po’ tutte le categorie, dall’olio d’oliva ai salumi fino a passata e sughi”.
I dazi imposti durante la prima presidenza di Trump, ricorda Coldiretti, hanno causato una riduzione del valore delle esportazioni su varie filiere produttive: dal -15% per la frutta, -28% per carni e prodotti ittici lavorati, del -19% per formaggi e confetture, e del -20% per i liquori. Anche il vino ha registrato un calo del 6%.