Roma – Un emendamento di Forza Italia al ddl Concorrenza, presentato dai deputati Squeri e Casasco e riformulato dal governo, ‘salva’ i buoni pasto. Consente infatti di utilizzare alle medesime condizioni i ticket già in circolazione fino al 31 agosto 2025. Dal primo gennaio (e dal primo settembre per lo stock circolante dal 2024) per i nuovi buoni pasto sarà fissato un tetto massimo del 5% alle commissioni applicati dalle società di emissione. Si tratta di una soluzione utilizzata da circa 300mila aziende. I gruppi che gestiscono il format non restituiscono agli esercizi il 100% di quanto ricevuto, ma trattengono per loro una commissione che talvolta può superare il 10%. Il limite del 5% salvaguarda lo strumento dei buoni pasto per il welfare aziendale, rendendo possibile anche alle imprese della distribuzione il suo uso a vantaggio dei dipendenti. L’equiparazione verrà raggiunta progressivamente grazie a un periodo transitorio prima dell’applicazione definitiva, così da rispettare le tempistiche di entrambe le parti.
Un’altra novità del ddl è l’introduzione di un’etichetta ad hoc per la discussa pratica della shrinkflation. Dall’1 aprile sarà obbligatorio informare i consumatori della riduzione della quantità di prodotto (a cui consegue un aumento del prezzo) nonostante sia rimasta invariata la confezione. È quanto prevedono alcuni emendamenti presentati da Azione, Iv, Avs e M5s approvati in commissione Attività produttive alla Camera con alcune riformulazioni arrivate dall’esecutivo. Per le aziende sarà obbligatorio informare il consumatore “dell’avvenuta riduzione della quantità tramite l’apposizione nel campo visivo principale della confezione di vendita o tramite un’etichetta adesiva riportante la seguente dicitura: ‘Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità””. L’obbligo di informazione si applicherà per un periodo di sei mesi “a decorrere dalla data di immissione in commercio”.