Dealcolati, Castelletti (Uiv): “Settore fermo in attesa del decreto”

2025-12-18T16:47:41+01:0018 Dicembre 2025 - 16:47|Categorie: Vini|Tag: , , |

Roma – Unione italiana vini (Uiv) si appella alle istituzioni per una “tempestiva adozione” del decreto interministeriale Mef-Masaf attuativo della disciplina fiscale sui vini dealcolati, in stallo da oltre due mesi alla Ragioneria di Stato. È quanto evidenziato in una lettera inviata oggi da Uiv ai due ministeri competenti, Agricoltura ed Economia.

Numerose aziende vitivinicole italiane – scrive Uiv – hanno intrapreso rilevanti investimenti sia sul piano infrastrutturale sia in termini di formazione e posizionamento di prodotto sul mercato. “Da tempo chiediamo al Governo di poter operare in condizioni di parità competitiva rispetto agli altri produttori europei”, afferma il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, “i quali beneficiano ormai da quattro anni del vantaggio introdotto dal Regolamento (Ue) pubblicato nel dicembre 2021. Le nostre imprese sono pronte da tempo, molte di esse hanno già effettuato investimenti ma di fatto oggi dealcolare in Italia è ancora vietato, per questo chiediamo di dare seguito urgente all’approvazione del decreto-legge fiscale”.

Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini, il mercato globale dei Nolo (no e low alcohol) vale 2,4 miliardi di dollari ed è destinato a raggiungere i 3,3 miliardi di dollari entro il 2028. Una nicchia di mercato per cui stima con un tasso di crescita annuale composto (Cagr 2028/24) dell’8% a valore e del 7% a volume. Secondo le elaborazioni Uiv su base NielsenIQ, quest’anno sul circuito retail di Usa, UK e Germania i vini a zero gradi, pur rappresentando ancora una quota minoritaria, sono protagonisti di una crescita esponenziale: nei primi nove mesi dell’anno, i volumi hanno segnato +46% sul mercato tedesco, +20% sul mercato britannico e +18% sulla piazza statunitense.

Eccettuato il mercato tedesco, dove si è in controtendenza rispetto al mercato (-23%), gli alcohol-free italiani (prodotti giocoforza all’estero) performano bene in UK (+6% volume e +10% valore) e in Usa, con +17% a volume e +24% a valore. Su questo mercato l’Italia rappresenta il 6% del totale vendite vini a zero gradi, quota che sale all’11% sulla piazza tedesca e al 24% su quella britannica.

 

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