Il concordato Ferrarini, che si trascina da ormai tre anni, si avvia verso la fase conclusiva. Da una parte la famiglia, sostenuta dal gruppo Pini e dalla finanziaria pubblica Amco, dall’altra la cordata di cui fanno parte Bonterre, Opas, HP (emanazione Coldiretti) e le due banche Intesa e Unicredit. Una lotta l’un contro l’altro armati che ha riservato, e credo riserverà, molte sorprese. Se sono chiari i contendenti, non così gli eventi che hanno portato alle diverse fasi della contesa. Ecco allora dieci domande che intendiamo porre alla famiglia Ferrarini. Questioni che sono rimaste irrisolte, in un concordato con poche luci e molte ombre. Un tentativo, per fare chiarezza su una delle vicende più spinose accadute nel settore agroalimentare.
- Bruno Bartoli, commissario giudiziale per Ferrarini, nella relazione per i creditori così scrive: “Tra il 1° giugno 2016 e il 23 luglio 2018, data del deposito in tribunale della richiesta di ammissione al concordato, Ferrarini ha sempre operato in una situazione di crisi finanziaria, evitando di rappresentare adeguatamente ai terzi questa criticità attraverso la pubblicazione tempestiva dei bilanci d’esercizio o altre forme di trasparenza”. Come rispondete a queste affermazioni?
- E ancora: ecco cosa scriveva il commissario giudiziale per Vismara Franco Cadoppi nella sua relazione sul sistema Ferrarini: “private e avventate operazioni finanziarie”, “disordinati intrecci di garanzie”, “crescente opacità di comportamenti”. E ancora: “il bilancio veniva falsificato esponendo un indebitamento molto inferiore rispetto a quello effettivo, con evidenti effetti positivi sugli indici di bilancio e sul livello dei rating bancari”. Anche in questo caso, come rispondete?
- Perché in due anni (2017 e 2018) ci sono state perdite per ben 222 milioni di euro solo nel ramo prosciutti?
- Perché avete posto Villa Corbelli, il quartiere generale del Gruppo a garanzia di finanziamenti, solo in parte rimborsati? E soprattutto perché non avete concluso l’operazione di acquisto della stessa Villa Corbelli dalla Sig.ra Lina Botti (vostra madre), di modo che oggi l’immobile è incalzato da numerose esecuzioni per i debiti sempre della stessa?
- Perché mai il dottor Cadoppi, in una mail di martedì 18 maggio 2021, ha scritto ai vostri avvocati Bonfatti e Dazzi e ai vostri commercialisti Bagni e Fiorcari, nonchè a Lisa Ferrarini, le seguenti parole: “Buonasera, ecco l’atteso reclamo di Spienergy”, allegando il reclamo stesso che gli era stato appena notificato? Che senso aveva tale mail, visto che i vostri professionisti avrebbero ricevuto comunque tale comunicazione? E’ conforme alla legge un atteggiamento così contiguo e confidenziale di un Commissario giudiziale, che dovrebbe essere un ausiliario del giudice e per conseguenza super partes?
- Perché non avete comunicato al tribunale di Reggio Emilia che il dottor Franco Cadoppi, nominato dallo stesso tribunale come commissario giudiziale del concordato Vismara, è stato presidente e amministratore delegato della stessa società? Analizzando una visura storica della Vismara abbiamo scoperto che Franco Cadoppi, in data 30 ottobre 2000, viene nominato presidente e amministratore delegato proprio della Vismara. Ma quali poteri aveva Cadoppi? Lo si legge nella visura: gestione finanziaria delle relazioni industriali e con i lavoratori, assunzione e cessione di partecipazioni, stipula di contratti aventi ad oggetto beni mobili e immobili, rilascio di fidejussioni, operazioni bancarie anche a debito, factoring, rapporti con enti previdenziali e col fisco, acquisizione e cessione di autoveicoli, incombenze in tema di antimafia e altro ancora. Era quindi un uomo di fiducia della famiglia. Ma il ruolo di Commissario giudiziale non richiede forse trasparenza e assoluta imparzialità?
- Cosa ne pensate dello ‘strano’ comportamento, sempre di Franco Cadoppi, che prima attacca Unicredit e Intesa e poi rettifica?
- Perché mai – da ottobre 2020 – i vostri dipendenti sono costretti a lasciare i telefoni cellulari al di fuori del perimetro della fabbrica e degli uffici per tutta la durata dei turni?
- Com’è andata a finire la vicenda di Nicola Comparato, operaio dello stabilimento di Lesignano e delegato sindacale Flai/Cgil, uno dei pochi contrari al concordato, licenziato per insubordinazione?
- Nella prima proposta di concordato preventivo eravate presenti con un 20% della nuova società. Nel secondo invece risultate espressamente estromessi dalla proposta e il vostro 20% è assegnato ad Amco. Perchè?