Disciplinare Prosecco Doc: scoppia il caso Prosekar

2024-07-09T09:16:20+02:009 Luglio 2024 - 09:16|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , , , , |

Treviso – La recente pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto (Bur) della richiesta di nuove modifiche al disciplinare del Prosecco Doc ha aperto un nuovo fronte di dissensi per la denominazione veneto-friulana. Tra queste, c’è infatti anche la possibilità di produrre, nel perimetro della Doc Prosecco, uno spumante metodo classico, il Prosekar.

Questo l’uvaggio: uva Glera per almeno il 50% e altri vitigni a bacca bianca non aromatici della provincia di Trieste, fino al massimo del 50%, e il vitigno Malvasia fino al massimo del 15%. “L’idea pareva aver messo tutti d’accordo: per la Doc un ‘nuovo’ vino, per il Carso un’opportunità di business basata su una produzione secolare della zona, ma oggi praticamente abbandonata, da sempre basata sugli autoctoni Vitovska, Malvasia e, appunto, Glera”, scriveva il 24 giugno Il Corriere del Veneto. “Le trattative, però, si erano arenate, perché i produttori del Carso rivendicavano autonomia sul progetto”.

L’uva a bacca bianca per eccellenza del Carso è la vitovska. E proprio la sua inclusione nella Doc Prosecco non piacerebbe ai membri dell’Associazione viticoltori del Carso, che ne rivendicano il profondo legame con la loro storia e il loro territorio. “Entrerebbe nella Doc Prosecco secondo lo schema per cui il pesce grande mangia il pesce piccolo”, avrebbe affermato il presidente dell’Associazione, Matej Skerlj, come riporta Il Gambero Rosso. “Il Prosekar si può fare anche solo con malvasia e glera, storicamente i due uvaggi più citati e senza inserire nel disciplinare le uve a bacca bianca della provincia di Trieste. Non ci sembra opportuno che delle Doc si scambino i vitigni”.

Oltre all’uvaggio, nodo gordiano della disputa sarebbe anche la richiesta di maggiore autonomia da parte sia dell’Associazione dei viticoltori del Carso, sia dell’Associazione Prosekar. La richiesta era che il Prosekar diventasse una sottozona, con l’idea di evolvere un domani in una Doc autonoma. “Invece siamo una semplice ‘menzione’, il che ci impedisce di poter decidere del nostro destino, demandando tutte le decisioni al Consorzio. Crediamo che un accordo si possa trovare; ma così non va”, ha affermato Andrej Bole, presidente dell’associazione Prosekar.

La Doc Prosecco, ora guidata dal neopresidente Giancarlo Guidolin, che non ha partecipato direttamente ai tavoli per definire le modifiche al disciplinare, parrebbe invece determinata a portare avanti il progetto che avrebbe definito “ineccepibile” per l’iter burocratico seguito finora. “La convinzione – scrive ancora Il Corriere Veneto – è che inserire il Prosekar dentro la Doc del Prosecco porterà al Carso una forte visibilità per un’ottima produzione locale, al momento semi-sconosciuta”.

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