Tallinn (Estonia) – Una guerra al ribasso tra le principali catene distributive estoni potrebbe avere conseguenze sul prezzo del latte pagato agli allevatori. Nella repubblica baltica, infatti, i consumatori lamentano come il costo della spesa sia sproporzionato rispetto ai livelli salariali e sia troppo alto rispetto ad altri paesi. La vicenda viene resa nota da Italia oggi. Le insegne protagoniste sono Maxima, supermercati lituani, e Prisma, catena finlandese, che si battono a suon di ribassi sul prezzo del latte. Tanto che si è oggi nella paradossale situazione in cui il latte al dettaglio viene venduto a 0,35 euro al litro: un centesimo in meno rispetto alla cifra riconosciuta agli allevatori di 0,36 euro al litro. Si gioca al ribasso, dunque, anche presso le stalle. Ma per gli allevatori, con 0,30 euro al litro Iva esclusa, si riesce a malapena a sopravvivere e non c’è spazio per gli investimenti. Per i produttori, per avere sufficienti marginalità, servirebbe un prezzo di 0,40 euro al litro. Cifra lontana da quella oggi pagata. E con lo sbarco di Lidl in Estonia ormai vicino, la situazione non potrebbe che farsi più tesa.
ESTERI
In Estonia, guerra al ribasso sul prezzo del latte in distribuzione
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