Roma – Le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto, nel 2022, i 3,4 miliardi di euro, segnando un +16% rispetto all’anno precedente. Ma, secondo l’Osservatorio Nomisma, ci sono ulteriori margini di crescita. Per migliorare il posizionamento all’estero, “le aziende italiane dovranno mirare a stimolare la domanda e la fiducia dei consumatori, chiarire il contributo dell’agricoltura biologica alla sostenibilità e sostenere l’offerta e quindi la conversione e la produzione”. Il consiglio arriva da Evita Gandini, responsabile market insight Nomisma. Che, in previsione della pubblicazione dei nuovi dati export elaborati dall’Osservatorio Nomisma – presto presentati alla 35esima edizione di Sana -, sottolinea gli sviluppi e le opportunità del bio made in Italy sui mercati internazionali. “Grazie alle indagini periodiche raccolte da Nomisma per la piattaforma Ita.Bio è stato possibile registrare le opinioni di un campione costituito da oltre 7mila consumatori dei principali mercati target per il bio, ovvero Usa, Cina, Canada, Emirati Arabi, Scandinavia, Giappone e Messico. In tutti, emergono rilevanti opportunità di crescita poiché l’Italia, nel percepito del consumatore, è un Paese top quality nel food & wine”. I dati delle esportazioni 2022, ricorda Gandini, hanno rilevato che “ben l’81% riguarda il food, che ha visto un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Rilevante anche il ruolo del vino che pesa per il restante 19%”.
Evita Gandini (Nomisma): “Il bio italiano ha ampi margini di crescita sui mercati internazionali”
Margherita Luisetto2023-09-05T12:35:45+02:005 Settembre 2023 - 12:35|Categorie: Bio|Tag: Export bio, Osservatorio Nomisma|
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