Falsi Dop, il Consorzio Prosciutto di Parma: “Siamo parte lesa, la magistratura sanzioni i colpevoli”

2018-05-14T09:34:32+01:0014 Maggio 2018 - 11:02|Categorie: Salumi|Tag: , , |

Parma – Dopo l’allargamento dell’inchiesta sui falsi prosciutti Dop, che ha portato al sequestro di circa 300mila cosce non conformi ai disciplinari, prende posizione il Consorzio del Prosciutto di Parma. Il direttore Stefano Fanti ha dichiarato a Repubblica: “I produttori sono parte lesa. Si ipotizza una frode, all’insaputa del resto del sistema, da parte di alcuni centri di genetica e di allevamenti. I nostri produttori, all’oscuro di tutto, si sono ritrovati alle prese, durante l’indagine, con decreti del tribunale di Torino che hanno sequestrato cosce arrivate negli stabilimenti dopo che erano state pagate a caro prezzo perché considerate regolari. I prodotti sono stati fermati, non sono mai finiti sul mercato. Va chiarito che dal  punto di vista sanitario non ci sono rischi per i consumatori. Ciò che si riscontra è un grave danno di immagine, economico e commerciale a carico del Consorzio del Prosciutto di Parma e dei produttori che si ritrovano con un prodotto pagato per buono e non vendibile se non come prosciutto generico, cioè senza il marchio con la Corona, e questo significa il 30% del valore in meno”. Fanti ha poi aggiunto: “I nostri produttori non sapevano di acquistare cosce di Duroc danese e chi dice che le differenze sarebbero state riscontrabili a occhio sostiene una cosa assolutamente non vera; perché le cosce esteriormente si somigliano, infatti chi indaga si è basato sull’esame del dna e non sull’aspetto esteriore”. Entro due mesi dovrebbero concludersi le indagini su circa 40 allevatori, concentrati soprattutto in Piemonte e Veneto. “Ma ce ne sono 4mila che rispettano il sistema e non si può generalizzare”, ha sottolineato il direttore del Consorzio, secondo cui i colpevoli andranno “duramente sanzionati, qualora ritenuti responsabili della frode”.

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