Ferrero esce da Filiera Italia. I veri motivi

2023-06-20T10:25:53+01:0019 Dicembre 2019 - 09:48|Categorie: Dolci&Salati, Mercato|Tag: , , |

Alba (Cn) – La notizia ha fatto scalpore. L’uscita di Ferrero da Filiera Italia è di quelle che fanno rumore. L’azienda numero uno in Italia era stata fra i protagonisti della nascita dell’associazione nel 2018. Salutata come un grande passo in avanti nella costituzione di una filiera che mettesse insieme agricoltura, industria e distribuzione. Nel corso del tempo, però, la presenza di Coldiretti è diventata ingombrante. Soprattutto i continui attacchi di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, contro chi trasforma materia prima straniera hanno causato diversi mal di pancia alla dirigenza di Ferrero. L’azienda di Alba, infatti, importa notevoli quantità di prodotti  dall’estero, fra cui le nocciole. La sortita di Salvini sulla Nutella e le nocciole della Turchia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma riassumiamo i fatti. Nel corso di un comizio che si svolge a Ravenna il 5 dicembre, il segretario della Lega si scaglia contro la Nutella, accusata di utilizzare nocciole turche. Il giorno successivo, Coldiretti diffonde un comunicato stampa in cui si legge quanto segue: “L’importazione di nocciole dalla Turchia in Italia ha superato i 31 milioni di chili nel 2018 nonostante i numerosi allarmi scattati per gli elevati livelli di aflatossine cancerogene. […] Proprio le nocciole provenienti dal Paese si collocano nella top ten dei cibi più pericolosi, secondo una nostra analisi  sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta rapido (Rassf) che nel 2018 ha classificato la Turchia al primo posto per numero di allarmi alimentari fatti scattare nella Ue. Le nocciole turche arrivano da un Paese sul quale pende peraltro l’accusa di sfruttamento del lavoro minorile, sulla base della lista stilata per il 2018 dal Dipartimento del lavoro statunitense”. Non solo. Prandini, in un’intervista al Sole 24 Ore rincara la dose: “Il problema vero non è tanto dove Ferrero prenda le proprie nocciole. Quanto il fatto che, quello che resta un importante player dell’industria alimentare italiana, nei propri contratti abbia come punto di riferimento per il prezzo della materia prima le quotazioni della Camera di Commercio di Ankara. Condizioni inaccettabili per i nostri produttori di nocciole”.  Affermazioni queste che hanno fatto storcere il naso ai dirigenti della multinazionale di Alba. Da qui la decisione di abbandonare Filiera Italia.

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