Parigi (Francia) – Sono accuse pesanti quelle formulate dalla commissione d’inchiesta del Senato francese. A tema proprio i “legami pericolosi tra lo Stato e Nestlé“, come ha spiegato il deputato socialista Alexandre Ouizille, e in particolare il presunto trattamento di favore verso Nestlé Waters, al centro di un’indagine sulle acque minerali durata diversi anni e chiusa con con un accordo transattivo (leggi qui). A riportalo è il Corriere della sera. “La Presidenza della Repubblica, lungi dall’essere una fortezza inespugnabile nei confronti dell’azione di lobby di Nestlé, ha seguito da vicino il caso e sapeva, almeno fino al 2022, che l’azienda stava imbrogliando“, si legge nel rapporto frutto di sei mesi di lavoro e 70 audizioni.
In particolare, un rapporto dell’Agenzia regionale per la saluta della regione Occitania sarebbe stato alleggerito e riformulato su richiesta della multinazionale, eliminando i riferimenti alla contaminazione delle acque Perrier, marchio del gruppo. I vertici di Nestlé Waters hanno ammesso con i rappresentanti del governo che la loro acqua era regolarmente contaminata con batteri come l’Escherichia Coli e sostanze inquinanti di origine chimica. Quindi avrebbero dovuto “purificarla” per venderla senza problemi. E il governo, sempre secondo la commissione, avrebbe deciso di allentare i controlli. Ci sarebbe stato quindi “un insabbiamento da parte dello Stato nell’ambito di una strategia deliberata”. Come suggerisce Stefano Montefiori sul Corriere, il governo francese avrebbe in qualche modo ceduto a un “ricatto implicito sulla disoccupazione“, con l’obiettivo di non chiudere gli stabilimenti ed evitare così di mettere a rischio i lavoratori dei siti produttivi Nestlé.