Helsinki (Finlandia) – Non ci sono prove sufficienti per classificare il glifosato come cancerogeno, secondo la European chemicals agency. La sostanza “provoca gravi lesioni oculari ed è tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata”, ma non ci sono prove sufficienti per classificarlo come “tossico” per specifici “organi bersaglio o come sostanza cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione”. L’agenzia Ue deputata alla sorveglianza delle sostanze chimiche, in merito al noto erbicida, prende dunque posizione con un’analisi i cui risultati complessivi saranno trasmessi alla Commissione europea e all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) entro metà agosto. A sua volta, “l’Efsa effettuerà la sua valutazione del rischio del glifosato, che dovrebbe essere pronta nel luglio 2023”, fa sapere l’Echa. Sulla base di questi dati, continua l’agenzia, “la Commissione presenterà quindi agli Stati membri una nuova relazione e un progetto di regolamento sulla possibilità di rinnovare o meno l’approvazione del glifosato”. La nuova valutazione stride però con quella dell’International agency for research on cancer (Iarc), che nel 2015 ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. La classificazione, spiega lo Iarc, “si basava su prove limitate di cancro negli esseri umani e prove sufficienti di cancro negli animali da esperimento”.
Il glifosato non è cancerogeno, sostiene la European chemicals agency
federico2022-06-01T10:26:04+02:001 Giugno 2022 - 09:22|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: European chemicals agency, glifosato|
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